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METAL WORLD REWIEW

 

ROYAL HUNT - THE MISSION (Frontiers)

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I danesi Royal Hunt sono un gruppo che da sempre divide il pubblico e la critica: alcuni li considerano stereotipati, altri li idolatrano alla follia - come accade in Giappone, anche dopo la burrascosa fuoriuscita del bravissimo cantante D.C. Cooper che li aveva portati al successo, sostituito più che degnamente da John West. "The mission" difficilmente farà cambiare idea a qualcuno: già ho sentito gli scettici storcere il naso e i fan applaudirlo entusiasti. Rispetto ai dischi precedenti la componente heavy ha il parziale sopravvento, se è vero che "Surrender" e "World wide war" sono un ponte tra i "vecchi" Royal Hunt, e le cose più melodiche degli Stratovarius. Tutto il disco è più diretto rispetto al passato, forse grazie anche all’esperienza con il gruppo parallelo Cornerstone, autore di un debutto bellissimo risalente a circa un anno fa, in cui le tastiere del padre-padrone Andrè Andersen lasciavano spazio alle chitarre e ai cori. Poco importa: se avete gli album precedenti mano al portafogli, anche perché "The mission" è obiettivamente più convinto rispetto al penultimo "Fear", se invece non vi sono piaciuti finora passate oltre.(Enrico DellaRovere)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                    

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