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METAL WORLD REWIEW
KAMELOT - KARMA (Noise/Sanctuary) Diciamoci la verità: il trend del power metal ha veramente stancato. Questa è la cruda realtà, e lo dice un fanatico del genere. Dopo anni di magra dominati dal grunge e da altre sonorità lesplosione di suoni old style del 1997 era sembrata una vera manna dal cielo, ma a tutto cè un limite. Ho perso il conto dei gruppi che hanno debuttato (perché nella maggioranza dei casi di debuttanti si tratta) solo negli ultimi 2 mesi, e quanti di essi lasciano il segno ? In questo mare di uscite, in cui si fa fatica a distinguere a priori un prodotto valido da uno buttato lì per vendere qualche copia, sono emersi alcuni nomi, attivi già nella prima metà degli anni 90, che finalmente hanno ricevuto il giusto credito, grazie anche alla definitiva maturità e a contratti più solidi: tra di essi sicuramente ci sono gli Iced Earth e questi Kamelot, partiti come cloni dei Crimson Glory ed evolutisi negli ultimi album - grazie al carismatico e personale singer Roy Khan - in unefficientissima macchina da guerra in bilico tra power sinfonico, raffinato ma non sdolcinato, e prog. Il risultato è ancora una volta di prima qualità, sia nei pezzi più classicamente metal come "Forever", linno di battaglia "Across the highlands" o "Wings of despair" - comunque dotati di quel quid in più capaci di distinguere un brano comune da uno superiore - sia negli episodi più sperimentali, come la splendida "Karma", arricchita da arrangiamenti barocchi. Lode alla coerenza evoluta dei Kamelot, autentico faro in un mare di uscite prive di spessore.(Enrico)
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