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METAL WORLD REWIEW
Stygma 4
The human twilight zone (2002, Rising sun/Audioglobe)
Fa sempre piacere constatare che una band sulla quale si è sempre puntato molto, continua
a pubblicare degli ottimi dischi nonostante le mille avversità e gli ostacoli che giorno
dopo giorno si fanno sempre più numerosi,e la tenacia, congiunta a quel pizzico di sana
follia, che da anni dimostrano di possedere gli Stigma 4, mi fa ben sperare per il futuro
della nostra bene amata musica. Avversità dicevamo prima, e chi più degli Stigma 4
conosce bene il significato di questa parola? E gia, nonostante aver avuto il merito di
pubblicare degli ottimi album come "Solum Mente Infirmis" e soprattutto
"The court of eternity", che li aveva proiettati nel limbo dei nomi che contano
facendoli assorgere al ruolo di band rivelazione, la dea bendata per eccellenza, non ha
mai veramente sorriso ai nostri amici austriaci, ed è stato proprio il successo di quel
album a scatenare una reazione a catena di sfiga nera che ha portato la band a cambiare
più volte il proprio monicker in favore di quello attuale, per evitare delle beghe legali
con la precedente etichetta discografica, la teutonica Noise, che diciamocelo pure, non li
ha mai supportati a dovere. Beh, a dire tutta la verità, i quattro viennesi ce
lhanno messa tutta per rendersi il cammino sempre più impervio, cercando in ogni
modo di tenersi ben distanti dalle formazioni epigoni che si sono man mano avvicendate
allinterno della scena power metal degli ultimi anni, facendosi fautori di un
particolare quanto articolato classic metal che, prendendo spunto dal suono
dark/progressive della prima ondata di bands della NWOBHM,cerca di far confluire e
rileggere in chiave moderna le lezioni impartite dai maestri americani quali Savatage,
Queensryche e Sanctuary, il che li ha sempre portati ad agire allombra dei nomi che
contano, e che ha contribuito a consolidare lo status di vera cult band del nuovo
millennio. Quindi come dicevamo, nonostante tutti i meriti e i riconoscimenti ottenuti, la
band si ritrova ancora una volta a dimostrare il proprio valore, e forte di
unesperienza maturata in anni ed anni di vita on the road, visti più volte di
spalla a Stratovarius, Biln Guardian e Manowar, gli Stigma 4 se ne infischiano delle mode,
dei corsi e ricorsi della storia musicale degli ultimi anni, e sfornano con questo
"The human twilight zone" un altro pezzo da novanta. Spiegare a parole anche un
semplice brano di questa band, è davvero impresa ardua, talmente è tanta la carne al
fuoco,dodici composizioni in cui la band mette a nudo la propria passione per le lunghe
partiture strumentali frutto di una preparazione tecnico/compositiva davvero sopra la
media, anche se qualche volta sembra che i nostri perdino di vista il nocciolo della
situazione, e nel dimostrare tuta la propria preparazione, risultano un tantino
spocchiosi, a tal uopo ascoltate la lunga "Sleep", ben 16 minuti, e mi saprete
dire. Certo che qualche piccola smussata alle composizioni più spigolose, potrebbe far
avvicinare alla band qualche estimatore in più, ma si sa gli Stigma 4 sono così,
prendere o lasciare, e allora godetevi le bordate metalliche dellopener
"Coalition tower", o l incedere thrash da headbanding di
"Stygmatized", e le atmosfere più soffuse e delicate di "Earth
children", e gioite. Ancora una volta la band austriaca ha dimostrato di avere
parecchie frecce al proprio arco, e se come dicono in molti, il grande salto è rimandato
ancora una volta, "The human twilight zone" non è certo un disco da
sottovalutare, anzi
. (Beppe Diana)
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