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METAL WORLD REWIEW
ROBERT PLANT 'Dreamland' (Mercury)
Non č solo un altro cover album. Č
il nuovo disco di sua maestā Robert Plant!
Nonostante siano passati oltre due decenni dal loro scioglimento, per tutti Robert Plant
rimane solo l'ex cantante dei Led Zeppelin. Un peso troppo grande, una leggenda che il
tempo ha ingigantito, una situazione che si č riversata addosso al personaggio, minando
sia l'artista che l'uomo. D'altronde, rispetto ai suoi ex compagni di viaggio, su Robert
Plant si sono riversate le maggiori attese da parte della critica e del pubblico. Troppo
defilato John Paul Jones, troppo discontinuo e lontano Jimmy Page, per meritare i
riflettori, invece Robert Plant ha avuto una carriera, forse non sempre convincente, ma
regolare e con dichiarazioni forti che la stampa ha sempre ingigantito. E cosė, a venti
anni esatti dal suo esordio solista, Robert Plant si racconta attraverso un album che
raccoglie tre pezzi nuovi e ben sette rifacimenti, che con la loro atmosfera
country/roots/folk, dimostrano dove siano le vere radici di Plant, le stesse che hanno
generato le atmosfere di capolavori come 'III' e 'House Of The Holy', due album
bellissimi, speso dimenticati nella discografia dei Led Zeppelin. Quello che sorprende sin
dal primo ascolto, č lo stato di forma ottimale della voce di Robert, le sue
interpretazioni sono bellissime, sentite e commoventi come ai bei tempi e la sua vocalitā
esce dallo stereo piena e rotonda. Il disco č veramente bello, ma i tratteggi a mio
avviso riusciti meglio sono quelli di 'One More Cup Of Coffee' di Bob Dylan, una distorta
e fragorosa 'Hey Joe' di William Roberts, il medley 'Win My Train Fare Home' con citazioni
di Robert Johnson e John Lee Hooker, una straordinaria 'Song To The Siren' di Tim Buckley,
'Morning Dew' e 'Skip'S Song'. I nuovi brani si integrano alla perfezione nel tessuto
espositivo, a dimostrazione di come Plant si sia calato con convinzione nel ruolo di
menestrello, lā dove la west coast americana incrocia le nebbie britanniche: al centro
del cuore del rock! (GDC)
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