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METAL WORLD REWIEW
BENNY JANSSON
TONY HERNANDO
UNDER RADIO
SAXON
AIRLESS
BYRD
S.U.P.
THERION
THE BLACK HEART
PROCESSION
THE FLOWER KINGS
BENNY JANSSON 'SAVE THE WORLD'(Lion
Music/Frontiers)
C'è molta fusion in questo album del
chitarrista Benny Jansson, ma la cosa bella è che l'approccio rimane lo stesso anche nei
brani cantati dal bravo Goran Edman (Malmsteen/Karma
), che così qui si cimenta con
uan vocalità a noi inedità, ma non sfigura affatto, anzi! Per il resto melodie dolci e
fuggenti, ispirate dai fatti tragii dell11 settembre 2001, come documenta la copertina ed
il retro. Benny Jansson ha talento, come molti suoi colleghi di ruolo, ma in questi dodici
brani riesce a trasmettere anche quella dose di emozione, che non sempre molti chitarristi
trasmettono con la loro musica. Bravo più! (GDC)
TONY HERNANDO 'THE SHADES OF
TRUTH'(Lion Music/Frontiers)
È il classico disco per addetti ai
lavori della chitarra, molto tecnico, pieno di abilità, ma che si ama fino in fondo solo
se si ha una certa preparazione tecnica. Mi sembra di poter dire che l'ispirazione
principale di Tony sia Joe Satriani, un talento inestimabile di cui tutti ci siamo
dimenticati. Rock ad alto voltaggio tecnico, con scale rapide ed assoli centrifugati, ma
mai illeggibili e questa non è una considerqzione di poco conto. Per il resto da
segnalare la presenza in un brano del tastierista Vitalij Kuprij. (GDC)
UNDER-RADIO 'UNDER-RADIO' (Lion
Music/Frontiers)
Hard rock puro e moderno, con le
chitarre che urlano riff graffianti ed un cantante vero, il bravo Robbie Wyckoff, roco e
polmonare che intona liriche dove la vita è al centro di tutto. L'etichetta finlandese
Lion Music, per una volta mette da parte tastiere mirabolanti e retaggi progressivi e si
getta nel rock di stampo americano, andando a pescare questa band che di fatto è il
progetto del chitarrista Eric Zimmermann. Tra gli ospiti troviamo Matt Bissonette, Mark
Zonder, quanto basta per avere una specie di garanzia d'ascolto. Tra King'S X, Motley Crue
e Mr.Big ascoltiamo un signor album, senza il talento dei nomi citati, ma privo di
fronzoli, solo energia, elettricità e melodia. Era ora! (GDC)
SAXON 'HEAVY METAL THUNDER'
(SPV/Audioglobe)
Lo scopo di questa raccolta è uno
solo: far ascoltare tredici classici del gruppo inglese alla luce delle nuove tecniche di
produzione. Il fatto di averli anche risuonati è solo una necessità. Non approvo questo
tipo di soluzioni, per me ogni cosa ha il suo tempo e classici come 'Heavy Metal Thunder',
'Princess Of The Night', 'Motorcycle Man' debbono rimanere uguali a come sono stati
concepiti. È solo la mia opinione, ma ci tenevo a dirvela. Un secondo CD regala cinque
brani dal vivo ed una traccia video filmata al Wacken dello scorso anno. Mah?! (GDC)
AIRLESS 'AIRLESS'(Vinny
Records/Frontiers)
È un hard rock melodico vecchia
maniera quello che ascoltiamo dagli Airless, in bilico tra sonorità anni ottanta tra
Virginia Wolf, Warp Drive (Misconosciuti eroi perfetti per Classix
! -nda) e quel
tocco di energia vicina a certi King's X. In ogni caso questa band spagnola ha centrato il
bersaglio, le canzoni sono belle e scorerevoli, prive di fantasia, ma superiori a tante
banalità che attanagliano il mondo del rock melodico. (GDC)
BYRD 'ANTHEM'(Lion Music/Frontiers)
James Byrd non è più un ragazzino,
sono anni che la sua chitarra fa il giro del mondo con le sue sonorità classicheggianti.
Probabilmente questo 'Anthem' è il suo album migliore, moltio vicino all'ultimo Uli John
Roth, con canzoni ricche di assoli melodici, ma con il sostegno di arrangiamenti classici
e pieni di enfasi. Molto bella anche la voce di Micheal Flatters. Un disco di chitarra, ma
non solo per chitarristi, qui ci sono anche buone canzoni. (GDC)
S.U.P.
'ANGELUS' (Holy Records/Audioglobe)
Coraggioso ed affascinante heavy
metal evoluto. Da non perdere!!
I francesi S.U.P. arrivano al loro quinto album, ma l'etichetta Holy Records li chiama
ancora una band emergente!! E questo dovrebbe chiarirvi, almeno in parte, le difficoltà
che ci sono oggi nel mercato discografico heavy metal (e non solo!). Di questa band non ho
seguito ogni singolo passo, ma ho la certezza che 'Room Seven' del 1997 sia un gran bel
disco, così lontano dalla prevedibilità, da spiegare quasi con certezza il perché della
mancata affermazione del quartetto transalpino. Infatti i S.U.P. si muovono in un
territorio delicato, dove l'heavy metal si contamina di progressivo, di dark wave e di
sfumature elettroniche, in un calderone che non disdegna una voce semi-black
contrappuntata da un'altra melodica. Ovviamente il risultato non entra in nessuno dei
canoni vigenti e questo potrebbe spiazzare molti ascoltatori, capaci solo di definire i
dischi in base a generi, sotto-genri e sotto-sotto-generi, non spostandosi di un solo
millimetro dalle loro preferenze. 'Angelus' è un concept che si sviluppa su undici tracce
mai banali, con una citazione per 'Ex-Animo', 'Orcinus', 'Labi Mente', 'Liberato' e
l'incredibile 'Jampridem', degna conclusione di un lavoro che graviterà nella vostra
mente molto a lungo. Sempre che abbiate voglia e coraggio di dedicargli un po' del vostro
tempo! (GDC)
THERION 'LIVE IN MIDGARD' (Nuclear
Blast/Audioglobe)
Un live ridontante ed euforico. Altro
che semplice gotich metal!
Anni fa scrissi che l'unica cosa veramente positiva del black metal (e dintorni) sarebbe
stato quello che avrebbe generato dopo. Alla luce di quanto di buono è uscito fuori da
gruppi come Anathema, Therion, Gathering, Ulver ed altri ancora, forse posso prendermi il
merito di aver avuto almeno una buona intuizione. In termini di prolificità questi
Therion sono sicuramente quelli che hanno hanno sorpreso di più, infatti in dodici anni
di vita, il gruppo del chitarrista/cantante Christofer Johnsson ha pubblicato la bellezza
di quattordici album, in un crescendo di maturità incredibile, s epensiamo alla rudezza
dell'esordio 'Time Shall Tell' del 1990. Nel tempo i Therion hanno sviluppato uno stile
contaminato tra heavy metal, folk, musica classica ed operistica e cadenze epiche e
gotiche, con un forte accento romantico, soprattutto grazie ai sontuosi cori di ben sei
elementi, con continui innesti di voci soliste. Questo doppio dal vivo è come un primo
resoconto di una nuova vita, quella successiva al primo capitolo black metal. La scelta di
non aggiungere ritocchi e di lasciare le 24 canzoni naturali e vere, così come il
concerto le ha concepite, è una scelta che approvo ed infatti all'ascolto si ha la
sensazione di un vero "live", che raccoglie gran parte dei classici del gruppo.
Forse alla lunga il suono dei Therion perde di fascino e può apparire un po' stucchevole,
come un po' tutta la musica sinfonica e magniloquente, ma che gioia ascoltarlo! (GDC)
THE BLACK HEART PROCESSION 'AMORE DEL
TROPICO' (Touch And Go/Wide)
Delicata passione che sfiora l'anima!
Ma ad intervalli.
Forse in Italia eravamo in pochi ad amare i Three Mile Pilot, band madre da cui poi si
sono sviluppati questi BHP. Era la seconda metà degli anni novanta, lo stesso periodo che
ha poi dato vita al nuovo progetto. Con soli tre dischi i BHP si sono guadagnati la stima
della critica tutta e di quella parte di pubblico innamarata della pacatezza che Pall
Jenkisn e Tobias Nathaniel hanno sempre messo nelle loro composizioni, con un'attenzione
particolari anche ai testi. Queste caratteristiche trovano ampio posto anche in questo
nuovo lavoro, che segue di oltre un anno '3', sempre su Touch And Go, come '2' e a
differenza dell'esordio 'One', editato dalla Headhunter. In questo album i BHP immaginano
di musicare una lunga storia ai limiti del noir, tra delitti, passioni carnali e mentali.
Lo stile del passato è intatto, ma forse oggi è più vicino alla forma canzone, rispetto
alle partiture strumentali che in qualche modo trascinavano i dischi precedenti. Il
quartetto californiano non dimentica i paesaggi solari delle sue spiaggie e confeziona un
album cupo e delicato, ma allo stesso ricco di melodie. Un disco ad intermittenza, che
alcune volte si trascina, quasi noisamente, nelle canzoni più ritmate, ma altre
entusiasma, nei suoi cunicoli bui e passionali. Inutili dirvi che li preferisco nel loro
lato notturno! (GDC)
THE FLOWER
KINGS 'UNFOLD THE FUTURE' (Inside Out/Audioglobe)
Ottimo doppio album, ma con qualche
pausa di troppo!
Ora che Neil Morse ha deciso di seguire la chiamata della vocazione, preferendo Nostro
Signore alla religione rock dei suoi Spock'S Beard (Che continueranno. Come non è dato
sapersi per ora! -nda), i Flower Kings possono davvero aspirare al ruolo di principali
protagonisti del rock progressivo mondiale. Almeno per quel che riguarda le nuove leve,
anche se parlare di nuove leve appare quasi ridicolo, considerando che stiamo pur sempre
parlando di un gruppo con dieci anni di vita, quasi altrettanti dischi all'attivo e
svariati progetti paralleli in piedi. Questo 'UTF', come recente tradizione, è un doppio
album che mostra anche un volto inedito dei Flower Kings, un tocco di sperimentalismo,
come evidenzia la traccia 'The Devils Danceschool' con una tromba che duetta con un basso,
ai limiti del jazz. Poi ci sono accattivanti atmosfere, sparse qua e là, le romantiche le
'Genie In A Bottle', 'Soul Vortex', 'The Navigator', la commovente ballata per piano e
voce 'Solitary Shell', che sembrano quasi solo dei semplici comprimari, per le due pietre
miliari che aprono e chiudono questo lungo lavoro. 'The Truth Will Set You Free' è un
masterpiece di trenta minuti ed è posto in apertura, mentre 'Devils Playground' che
sfiora i venticinque completa questo lungo viaggio tra i retaggi dun rock progressivo che
di fatto non c'è più, quello figlio di Genesis, Gentle Giant e Yes. Un progressivo che
non c'è più, ma che con gruppi come i Flower Kings, di morire non ne vuole proprio
sapere! (GDC)
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