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METAL WORLD REWIEW
ORQUESTA DEL
DESIERTO 'Orquesta Del Desierto' (MeteorCity/White'n'Black)
Etichetta, nome del gruppo e la
presenza di Alfredo Hernandez dei Kyuss, mi avevano convinto, prima dell'ascolto, che mi
sarei trovato davanti al solito album stoner, ben fatto, ben suonato, ben tutto, ma uguale
a tanti altri. Ma sono bastate le prime note di 'Shadow Stealing' per capire che questo è
un grande, grandissimo disco! Immaginatevi il suono dell'America rurale, con il blues che
sgorga, tra polvere, donne misteriose e pericolose, sbronze e storie, tante storie da
raccontare, ad uno sconosciuto perché è l'unico che ci ascolta, in qualche squallido
locale, a migliaia di chilometri da casa. Ad ingigantire questo senso di malinconia c'è
la voce splendida, sofferta di Pete Stahl dei Goatsnake, che incanta anche con la sua
armonica a bocca, che accompagna ben tre chitarre, ma - leggete bene- quasi sempre
acustiche!!! Ecco la magia di queste dieci canzoni dov'è nascosta, nelle pieghe di una
chitarra acustica, accompagnata da percussioni, batteria, basso e l'organo Hammond che
appare e scompare, in un gioco di melodie struggente e meraviglioso. Blues, soul, country
e malinconia, questi gli ingredienti di questa band, una grande band che, se proprio
volete un paragone, mi ha ricordato i momenti più intensi delle ballate di The Cult e
Soundgarden! 'Shadow Stealing', 'After Blues', 'Waiting For That Star To Fall' (Quante
cose può dire solo il titolo di una canzone a volte!! -nda), 'Globalist dreams', 'Smooth
Slim', From The View' sono canzoni che riascoltere senza mai stancarvi e, giusto per
chiudere con una gemma, 'Scorned Liver' è una delle mie canzoni dell'anno! Emozioni pure
se suona l'orchestra del deserto!! (GDC)
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