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METAL WORLD REWIEW
KINGDOM COME
'INDIPENDENT' (Ulftone/Frontiers) Ennesima prova di classe per il singer tedesco! Lenny Wolf ha scritto la storia dell'hard rock deluxe degli ultimi quindici anni, prima con gli AOR-orinted Stone Fury e poi con i Kingdom Come, la prima band ha riscoprire il verbo dei Led Zeppelin negli anni ottanta. Per poco più di un lustro i Kingdom Come hanno rappresentato il meglio per chi amava le sonorità zepeliniane rivisitate in chiave moderna. Poi, all'improvviso il buio, tutto si cancella con gli squarci del grunge, del funky metal e dell'alternative in generale. Lenny Wolf non si arrende, continua a sfornare dischi bellissimi, autentici distalliti di purezza hard rock, con etichette minori. Poi l'impennato con il precedente 'Too' via Spitfire, che lasciva presagiri un ritorno tra le prime linee, ma questo nuovo lavoro con la piccola Ulftone, dimostra che forse non c'è più spazio per i veri artisti. Lenny Wolf si autocrocifigge in copertina a mo' di burattino, quasi una provocazione contro il sistema discografico attuale che uccide il talento per ercare solo i cloni dei cloni. Tra i solchi di 'Indipendent' c'è classe, quel genre di classe pura, che i burattianai non possono conoscere, perché chi pensa che la musica si merce da consumare e gettare non può avere la sensibilità di amare 'I Can Feel It', 'Mother', 'Tears', 'Nee A Free Mind', 'Religion Needs No Winner', gemme di un rock che non vuole morire e che, ne sono certo, non morirà mai! (GDC)
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