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METAL WORLD REWIEW
FLOWER KINGS ‘PARADOX HOTEL’ (Inside Out/Audioglobe)
Ebbrezza prog Nonostante la difesa d’ufficio del nostro caro redattore Fuzz, mantengo inalterato il mio giudizio su ‘Wall Street Voodoo’, l’album solista di Roine Stolt, passato al settaccio nella rubrica “The match”, sul numero scorso del giornale. Ben altro spessore, recupera invece il protagonista, per questo ritorno dei suoi Flower Kings. Meno pretenziosi e roboanti del passato, remoto e recente, i Flower Kings dispiegano in un doppio album, atmosfere variegate e raffinate, che sanno colorarsi di progressivo in alcune tracce, dove la chitarra tesse trame melodiche di una limpidezza emozionante. Il primo CD è un crescendo, prima armonie soffuse, poi ebbrezze strumentali, ma sempre pacate, con una cura per le parti vocali. Nonostante , il meglio è cucito negli episodi in chiusura, ‘Mommy Leave The Light’ e ‘End On A Night Note’. Il secondo capitolo ha tratteggi più rock, con pennellate di moog e chitarre davvero incantevoli, con contributi compositivi non ad appannaggio del solo Stolt. Dopo oltre dieci anni di storia e il pur buono ‘Adam & Eve’ del 2004, era difficile immaginare una replica di tale bellezza. Ed invece ‘Paradox Hotel’, prolisso e galvanizzante, sfiora le rotondità del capolavoro. (Gianni Della Cioppa)
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