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METAL WORLD REWIEW

 

Biltzkrieg "Absolute power"Edgy/Frontiers 2003

 



Correva l’anno 1981 quando, nel pieno boom della New Wave britannica, il 7” Burried Alive/Blitzkrieg” raccoglieva responsi unanimi di metal fans e critica facendo ben sperare per il futuro dei Blitzkrieg, assorti come uno dei tanti astri nascenti di un movimento musicale che di li a poco, avrebbe contribuito a rendere immortale un genere musicale come l’heavy metal, ed invece…. Invece dopo circa vent’anni, siamo ancora qui a sperare che questa sia la volta buona per Brian Ross e soci, e che dopo tutto questo tempo, passato per la maggior parte on the road, il grande pubblico si accorga finalmente di loro, e che riesca in qualche modo a consacrare una band che, forse non di fondamentale importanza come la triade Maiden/Saxon/Lepard, ha in qualche modo scritto pagine importanti di storia della nostra beneamata musa ispiratrice. Costretto a vagare nel limbo delle grandi promesse mai mantenute, e a restare di conseguenza ben lontano da quel successo di massa, che, almeno per costanza e perseveranza si sarebbe pienamente meritato, il buon Brian cerca ancora una volta di sbalordire il suo vecchio pubblico, e a ben cinque anni di distanza dallo splendido “ The mists of Avalon”, ritorna sulle scene con un album che già dal titolo, lascia presagire buone cose. Ebbene si, con “Absolute power”, il vecchio screamer di Satan e Lone Wolf (chi se li ricorda?NdBeppe), è tornato ad impartire un nuova lezione di alta scuola compositiva, facendosi accompagnare da un manipolo di vecchie conoscenze del panorama hard’n’heavy albionico che trovano nel compagno di tante battaglie Tony Liddle il rappresentante più conosciuto e quotato. Dodici tracce che si muovono fra echi di metallo classico vecchia maniera intriso di partiture thrash di scuola europea (Onslaught/D.A.M), velati da quel certo tocco dark che tanta fortuna ha portato a maestri del calibro di Angel Witch e Witchfynd, e che fanno di “Absolute power” un album appetibile per molti palati musicali, non solo quello dei metal afecionados. Beh, certamente l’effetto sorpresa così come l’elemento innovativo, sono ben lungi dall’essere la prerogativa fondamentale di queste dodici tracce, che a primo acchito potrebbero sembrare come “la solita minestra riscaldata”, ma che, state sicuri, è sempre meglio di tante accozzaglie e pattume sonore che da anni inonda gli scaffali dei nostri negozi preferiti. E allora godetevi senza nessuna remora le aperture armoniche dell’opening track “Legion” splendido power metal d’annata, così dinamico e dirompente da far accapponare la pelle ad Hammerfall et similia, oppure le digressioni thrash della splendida “Feel the pain” con un Brian Ross sulle orme dell’allievo James Hatfield. Splendida “The face of death” il cui riff sembra l’esatta riproposizione della celeberrima “Blitzkrieg”, mentre con “We’ll rock forever” i nostri dimostrano ancora volta di saper scrivere dei brani di grande levatura, mentre “Metallizer” ribadisce lo spessore musicale in possesso ai cinque. Che dire, ogni parola potrebbe essere vana davanti a tanta veemenza e levatura artistica, dunque…. la storia chiama, fatevi trovare pronti, mi raccomando.

Beppe Diana  

 

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