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    ITALIAN WAY OF METAL 

 

STEVE SALUTO " All that I'd be" (Level Production 2003)

 

 

 

Steve Saluto è un chitarrista che ama fondere il classic rock con il funky ed il r'n'blues ,dopo il debutto datato 1999  intitolato "under" ed il mini cd "a different fire" egli ci regala un ottimo album di sano e caldo funkrock suonato con maestria e devozione coadiuvato da ottimi musicisti quali Edu Hebling al basso,Andrea Quinzi alle drums ed Giorgio Frè all'hammond e synth.

Il disco inizia con la splendida "Let me burn"rock groove al calor bianco con Steve che si cimenta anche come singer dimostrando di essere all'altezza della situazione,la successiva "life is"mi ha ricordato il funk rock dei Mothers finest accattivante ed ipnotico e dal ritmo dal quale non si può fare a meno di scuotersi o shakerarsi sulla sedia,la titletrack mantiene il sound torrido ed emozionale con una chitarra Hendrixiana che ci trasporta nelle polverose distese degli States tra cactus e chicas calienti.

Ispirata ed evocativa "Lier"con il suo incedere incalzante ci inocula torrido groove direttamnte nelle vene come il morso di un crotalo.Lenta e suggestiva "Hide"ci regala momenti di riflessione e phatos,bello il refrain vocale sofferto e i cori che creano un atmosfera blue easy di grande caratura e con Steve che ci elargisce una rara perfezione stilistica.I successivi brani vedono Steve Saluto dal vivo e il sound prende ancora più corpo e dinamica apre "she cat" piena di verve ed entusiasmo e con un picco di assoluta emozionalità nel duetto voce e chitarra,fraseggi gravidi di dolore nella successiva "one life"dove Steve modella il suo stile in simbiosi con la splendida tastiera,raffinata "I'm to blame"dove soft e bluesy si attorcigliano al funk ,sofferto l'intro di  "I still fall" dove la preziosa interpretazione vocale di Steve rende in modo divino e passionale ed enfatizza il phatos di un brano veramente stupendo,scolpisce nella memoria il solos che ne consegue vibrante e ed intimo.L'anima del guitarhero fuoriesce prepotentemente nel guitar solo mostrandoci le indubbie qualità tecnicehe di Steve,il rock anni 70 di "the right man"ci riporta nella calda atmosfera live dove musica,sudore,birra e donne diventano una sola cosa,massiccio e viscerale il sound della band che chiude il disco con una cover degli steely dan "Josie"versione credibile e genuina e che consacra la fede eterna al rock viscerale di  Steve Saluto .Un disco forgiato nel più puro e ruvido funkgroove con matrice blues un sound difficile da addomesticare,un susseguirsi di rock ad alto voltaggio ,con Steve che non lesina tecnica e grinta da consumato musicista da palco.

 

 

 

 

 

(Ivan Dragomilof)

                                                                           

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