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ITALIAN WAY OF METAL
MALEDICTA "Eruption from insides" (promo 2003)
Questa
band perugina costruisce architetture sonore dal sapore Gotic death ,si rivela preparata ed interessante per le soluzione
atmosferiche che riesce a creare,un sound violento caratterizzato dagli
inserimenti delle keyboards, melodici ed accattivanti e dal fascino
davvero esaltante.Un muro di potenza ,solido ed inattaccabile viene
innalzato da Mysteria il guitar player,che regala spigolosità e profondità
al sound del combo umbro,mentre And disegna melodie angoscianti e
malinconiche con la propria tastiera,il singer Cerimor dispensa stimoli
crepuscolari senza eccedere troppo nell’aggressione e senza compromessi
riflettono la loro vena notturna Answer e Synasius rispettivamente alla
batteria e basso. Il disco inizia con”Neurosisma”dove si mescolano varie scuole in primis il thrash di derivazione anni 80 con il death europeo dei ’90,una fuga dall’ombra adeguaga alla sofferta interpretazione di Cerimor ,bellissimo il piano di End che rende il brano “Onoram smoke” evocativo,melanconico ed ispirato che si pone come intro a “”destruction” un’altra perla che illumina come un sole di mezzanotte,un brano complesso con repentini cambi di tempo ,dove i Maledica ci deliziano con tutta la loro attitudine dal retaggio marcatamente metal ,”The dark alchemy..”mantiene alta l’ispirazione e si concentra su energia e atmosfera che si amalgamano in maniera ineluttabile e naturale ,”Five demons” notturna e ossessiva giocata su di un intreccio ritmico,le successive “Traditional neverending friend”veloce e letale come il morso di una tarantola,”Eruption from insides” stupenda con un’atmosfera vagamente prog anni’70 ,vede anche il singer mutare e ritornare dagli inferi con una voce guarita,”Praha drinking team”è un intro del grandioso End che ci catapulta nella finale e definitiva “Epoca Maledica”impressionante per l’equilibrio immaginario e per l’emozionalità che esprime ,un vessillo nero tenuto ben alto a conferma di una band che con maestria confina il proprio stile in qualcosa di maledettamente personale e originale.
(Ivan Dragomilof)
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