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    ITALIAN WAY OF METAL 

 

 

 

LE ITALIAN BANDS CHE HANNO PUBBLICATO DISCHI NEL 2003

 

ARTI & MESTIERI 'Murales' (Electromantic Music)

Uno dei gruppi più stimati nell'ambito del pop progressivo italiano degli anni settanta è stato quello degli Arti & Mestieri. La statura tecnica dei musicisti e la volontà degli stessi di allontanarsi daglis chemi classici del genere, preferendo un approccio fortemente jazz rock, ne ha fatto all'epoca un gruppo di riferimento (Insieme agli amici Area!) per chi voleva tentare nuove strade musicali. Oggi la formazione originale è tornata a proporsi e questo 'Murales' ne disegna il nuovo percorso, sempre vicino a certa fusion, che aveva caratterizzato il loro fine carriera, ma l'approccio è molto più melodico e lineare, tanto che  'Arc En Ciel' rievoco lo spettro dei Kansas, grazie allo sfoggio di un suadente violino. Gigi venegoni e beppe Crovella, oltre alla mente ritmica di Fulvio Chirico svolgono un lavoro egregio, sopperendo alla mancanza di un cantante, con arrangiamenti bellissimi e melodie sopraffini. GDC

 

IL CASTELLO DI ATLANTE 'Come Il Seguitare Delle Stagioni' (Electromantic Music)

Se amate il rock progressivo classico, ma quello davvero classico, fatto di tanta melodia e tantissimo romanticismo, allora non dovete perdere l'appuntamento con questo quintetto, assolutamente devoto al new prog britannico dei primi anni ottanta, con qualche tratteggio strumentale legato alla tradizione italiana del pop. È un bel album che conferma Il Castello di Atlante, come una band cardine per un certo tipo di suono, che nonostante le apparanze ha ancora un pubblico folto e fedele. GDC

 

DAEMONIA 'Dario Argento Tribute' (S4, 2000)

DAEMONIA 'Live…Or Dead'  (Deep Red/Audioglobe, 2001)

Sui Goblin stiamo preparando qualcosa di indimenticabile, quindi non perdetetvi il prossimo numero di Andromeda. Claudio Simonetti, anima dei Goblin, parallelamente alla reunion porta avanti questo progetto Daemonia dove, accompagnato dalla sezione ritmica dei Glory Hunter ha inciso un album tributo al maestro Dario Argento con riletture di brani che hanno accompagnato i suoi film. Si ascoltano così temi diventati classici come 'Tenebre', Inferno', 'Opera', 'Suspiria' e tanti altri. A distanza di un anno i daemonia si ripropongono con un album stupefacente che ripropone l'intero debutto in versione live e tre brani di studio, le mitiche 'Gamma', 'Halloween' di John Carpenter e l'epocale 'Tubular Bells' di Mike Oldfield. Avremo modo di approfondire, ma l'importanza dei Goblin su un certo modo di intendere le colonne sonore, non più solo come supporto delle immagini, ma piuttosto come musica che vive da sola ed evoca gli spettri stessi delle immagini anche a distanza di decenni. La resa sonora di questi due lavori è notevole, l'impatto emotivo è lacerante. Qui si nasconde la paura, quella vera, quel terrore pieno di angoscia che nemmeno mille gruppi di black metal con il loro trucido suono possono lontanamente sfiorare. Queste canzoni non sono la trasposizione della paura dell'uomo, sono dimensione stessa del terrore! GDC

 

DFA 'Work In Progress Live' (Moonjune)

In Italia abbiamo delle grandi rock band, band che suonano davvero, che hanno cultura musicale, che conoscono il passato di un suono che amano ed addomesticano con la propria sensibilità. Non rock band tronfie ad uso e consumo della critica colta, che si eccita quando qualche nostra band scimmiotta tediosi trends che ci vengono sputati dall'estero. Certo in Italia abbiamo davvero delle grandi band, ma ce lo deve ricordare una coraggiosa etichetta americana, la Moonjune che sta di casa a New York!!  Pescati oltreoceano, i veronesi D.F.A. vengono fotografati nella loro esibizione americana del 17 giugno 2000, al NEARfest, uno dei tanti raduni prog d'oltreoceano che raccoglono miglaiia di persone, am che in Europa ignoriamo quasi per dispetto. Autori di due ottimi album, i D.F.A. edificano questo CD pubblicando l'intero spettacolo con una scaletta che propone sei lunghe canzoni, che dimostrano la competenza tecnica e la padronanza compositiva dei quattro musicisti, guidati dallo straordinario batterista Alberto De Grandis, che si cimenta con successo anche in numerose parti vocali. I D.F.A. amano le partiture audaci e così si lanciano in temerarie cavalcate al limite del jazz rock in Pantera, Ragno e il tour de force La Via, sostenute da un incessate lavoro di tastiere ad opera di Alberto Bonomi e con la lucidità del chitarrista Silvio Minella, mai superfluo, il tutto gestito dalla compostezza del bassista Luca Baldassari. Al termine dell'album si ha la certezza di essere al cospetto di una grande band. Ma dobbiamo subire l'umiliazione che a ricordarcelo sia un'etichetta americana. GDC

 

DOMINE  'Stormbringer Ruler'  (Dragronhammer/Audioglobe)

I toscani Domine giungono al terzo album, dando un seguito a 'Champion Eternal' e 'Dragonlord', titoli stimati nei circuiti metal mondiali e che hanno garantito alcuni importanti tours europei, in compagnia di band anche storiche. Lo stile del quintetto è apparentemente classico, un heavy metal epico, ricco di riferimenti fantasy con parti ritmiche veloci ed un cantanto imperioso, merito della voce portentosa di Morby. In realtà i Domine non si limitano a riletture di temi oggi tornati anche di moda, ma aggiungono quel tocco destabilizzante, dato dalle loro radici musicali. Infatti il gruppo esiste da molti anni ed il compositore e leader principale è il chitarrista Enrico Paoli, che affonda il proprio bagaglio nel calderone metal degli ottanta, che con il tempo ha sviluppato una propria coerenza artistica, tanto da far risultare il sound dei Domine una sorta di marchio di fabbrica. In questo lavoro convivono aspetti musicali e teatrali, tanto che non mi meraviglierei di ascoltare la musica di 'Stormbringer Ruler' riletta in ambito orchestrale per l'adattamento a colonna sonora. 'The Hurricane Master', la ballata 'For Evermore', 'The Fall Of The Spiral Tower', il refrain arcano di 'The Bearer Of The Black Sword', 'Horn Of Fate', confermano questo aspetto, ma sono le atmosfere cavalleresche di 'Dawn Of A New Day - A Celtic Requiem', il miglior viatico per scoprire le affinità cinematografiche del gruppo. È chiaro che si tratta di un album per cultori del genere, assolutamente inadatto ad orecchie disinteressate a questo stile, ma i Domine sono la conferma che la scena heavy metal italiana merita la considerazione che il resto del mondo le riserva. GDC

 

DULCAMARA 'The Sea's Stomes Collection' (EMA Rec/Materiali Sonori)

Dopo otto anni di vita ed un passato a base di cover (Doors, Hendrix, Led Zeppelin) i toscani Dulcamara arrivano al debutto discografico con un rock adulto e se vogliamo lontano dai riferimenti degli esordi, infatti tra questi solchi ascoltiamo tracciati di rock progressivo, ma con accenti quasi di musica da camera, dove trovano ampio spazio tromba e flauto, parallelamente alla classica strumentazione rock. Il pregio dei Dulcamara è quello di avere un approccio quasi fotografico, infatti ogni loro canzone ferma un'immagine e si fa ascoltare nel suo essere unica, con arrangiamenti delicati, ma importanti ed una buona impostazione vocale. 'TSSSC' è sicuramente un album bello e delicato, insomma per palati fini. GDC

 

EMILIO 'Ipnotizzato E Confuso' (Emily)

Come dicono i tioli di due suoi precedenti album ('Uragano Emilio' e 'Emilandia'), Emilio è effettivamente un uragano, un personaggio estroso e bizzarrro, innamorato del rock ed in particolare dei Kiss. Canta, suona vari strumenti, scrive decine di canzoni e getta tutto questo suo ardore in un rock classico, molto diretto ed immediato. Non sempre efficace, ma alcune sue canzoni hanno una freschezza sorprendente, munite di riff e ritornelli così semplici, da lasciare stupiti per la loro effettiva forza. 'Ipnotizzato E Confuso' è il suo quarto CD, sicuramente il più bello e maturo. Vi consiglio di dare un 'occhiata al suo sito (www.emilandia.f2s.com), vi divertirete di sicuro. GDC

 

ENSOPH 'Bleeding Womb Of Ananke' (Beyond…Prod)

Formatisi nel 1997 dalle ceneri degli Endaymynion, gli Ensoph hanno debuttato un anno dopo con il miniCD 'Le Confession Du Mar' per la NoBrain, ristampato poi dalla portoghese Orofarne, che ne ha garantito una buona notorietà nei canali underground. Oggi la band veneta raggiunge la meta della lunga distanza con un album di dark doom gothico, molto interessante, confezionato in una fascinosa edizione digipack. Rispetto al passato, lo stile è più roboante e variegato, anche con tracce di elettronica ed intelligenti innesti di flauto e tastiere garantisco un attitudine quasi progressiva al gruppo, anche se laritmica è spesso moderna e terremotante. Un album coraggioso, che vi stimolerà perché non facilmente inquadrabile. GDC

 

FINISTERRE 'Storybook' (moonjune)

I Finisterre stanno di casa a Genova, ma abitano il mondo. Il rock dei Finisterre ha aperture ipnotiche, solari, autunnali ed allo stesso tempo ha sprazzi di melodia contagiosi. La band ha vissuto varie fasi ed altre ne vivrà. In Ogni Luogo, l'ultimo studio album, con la collaborazione vocale di Francesca Lago ha spostato il fardello compositivo verso una forma canzone più classica, ma non per questo banalmente ortodossa. Questo album dal vivo ci ricorda i Finisterre alla ricerca della magia progressiva, quella dei primi due album Finisterre e In Limine  e vengono pescati nella loro esibizione al Progday Festival del 31 agosto del 1997, con una formazione a cinque dove emerge sempre lo strapotere tecnico e la scioltezza melodica dei musicisti che si cimentano in un paio di tracciati devastanti, come Phaedra, Canto Antico e Orizzonte Degli Eventi che strappano applausi a scena aperta ad un pubblico composto ed attento, come conferma anche la rilettura di Altaloma della Premiata Forneria Marconi, un brano molto gradito dai presenti. Ma non per questo ascoltiamo dei Finisterre incerti o di seconda categoria, anzi al contrario siamo al cospetto di un'esibizione di grande spessore artistico ed emotivo. E come potrebbe essere altrimenti se nei Finisterre c'è il talento di Fabio Zuffanti, musicista incredibile capace di alimentare contemporaneamente più progetti, tra cui il capitolo Hostsonaten e l'opera rock Merlin. In attesa del nuovo capitolo in studio, godiamoci questo tassello retrospettivo di una grande band.  GDC

 

MACBETH 'Vanitas' (Dragonhammer/Audioglobe)

Anni fa ero dell'idea che i dischi di debutto fossero spesso i più belli, oggi che arrivare ad incidere un CD non è così problematico, come quando era il vinile a riempire le nostre giornate, sono passato dall'altra parte della barricata. È spesso il tempo a garantirci la qualità di una band, che dopo l'eccitazione dell'esordio, deve lavorare sui particolari, migliorare la qualità dei pezzi, dell'intesa di gruppo, imparare dalle critiche (Se ci sono: visto che non accade spesso! Nda) e quindi offrirci un prodotto migliore ad ogni nuovo appuntamento discografico. I Macbeth con l'esordio di 'Romantic Tragedy'S Crescend' mi erano piaciuti, ma non mi avevano soddisfatto, troppo frammentari alcuni brani e trovavo varie incertezze in fase di scrittura. Forse i ragazzi mi hanno letto o ascoltato, forse no, ma questo 'Vanitas' è un netto passo in avanti, con canzoni più aggressive e meno dispersive, con le idee dosate e non gettate nella mischia e con un senso compiuto nella forma scrittura dei pezzi; lo stralcio acustico di 'Aloisa' per esempio, è favoloso; dove le voci dei nuovi arrivati Andreas e Morena duettano in modo origstico firmando una vera gemma di gothic metal come 'Fables'. I titoli sono ad effetto, 'Green Orchestra', 'El Diablo Y La Luna', '13 November', 'Crepuscolaria', 'Romanzo Nero' ed anche se non sempre riescono ad evocare la magia delle parole, direi che 'Vanitas' è un lavoro importante e che dimostra che anche in Italia siamo in grado di produrre del metal gotico sinfonico di qualità.  GDC

 

MARILU' LOREN 'Inespansione' (Autoproduzione)

Mi sono avvicinato a questo gruppo dopo aver letto un ottima recensione su Il Mucchio selvaggio, che riportava anche la collaborazione di Paolo Benvegnù e Michela Manfroi dei disciolti Scisma. Mai scelta fu migliore! Questo quintetto di Frascati, mi ha incantato per la facilità melodica delle canzoni, con quella cadenza languida a metà tra il pop e urgenze innovative, soprattutto negli arrangiamenti, dove appaiono anche dei convincenti tromba e sax. A livello lirico la vicinanza con gli Scisma è evidente, ma nei ML sono le canzoni che funzionano e piacciono e la title track, 'Ogni Respiro' e soprattutto 'Non Più' sono assolutamente fantastiche. Sorpresa notevole!! . (www.mariluloren.com)  GDC

 

NORTHWINDS 'Master Of Magic'  (Black Widow/Self)

Lo ripeto spesso, ma vale la pena ricordarlo: esiste un mondo parallelo dove il rock è qualcosa di vero, qualcosa di unico. Dove non si sfoglia la margherita per decidere che stile suonare, dove non si guardano le classifiche del momento, per scegliere l'immagine di copertina e il look da usare. Esiste insomma un rock vero, fatto di brividi ed emozioni e non di tecnologia. Un rock fatto di cultura e non di modernariato. Un rock fatto di Colori e patine troppo lucide che nascondono spesso limiti esecutivi e di ispirazione. I francesi Northwinds rischiano di tasca propria con questo loro secondo album e lo fanno con la consapevolezza di avere scritto canzoni realemnte uniche e lontane dall'usa e getta in voga in tanto, troppo rock in circolazione. C'è il dark sabbathiano tra questi solchi, 'Lost paradise', ma c'è anche il dark progressivo dimenticato di Black Widow/Titus Groan/High Tide, 'Over The Mountain', c'è anche il folk di scuola Fantasy/Affinity  che fa bella mostra di sé in tracce di 'Broceliande', ma c'è anche il suono infinito ed eterno in 'The Book Of Throth' e 'Entre Chien Et Loup', tratatti di cupo esoterismo dove la musica diventa un pretesto per esplorare l'universo dentro e fuori di noi. I Northwinds, dove l'ottimoe sordio di 'Great God Pan', si ripetono e si fanno testimoni di un modo originale ed alchemico di concepire il rock. Non sono gli unici a farlo, ma 'Master Of Magic' è il modo migliore per fare la conoscenza del mondo paralleo citato in apertura! www.blackwidow.it  GDC

 

NOVEMBRE 'Novembrine Waltz' (Century Media)

Dopo una piccola gemma come 'Classica', i Novembre tornano con qualche leggera modifica in formazione e ci propongono l'ottimo 'NW', delicato ed allo stesso tempo potente affresco di metal gotico che ha in alcuni passaggi vocali forzati l'unico limite. Per il resto ci sono atmosfere epiche e dichiaramente operistiche, come nella stupenda 'Everasia' o nel rifacimento di 'Cloudbusting' dove una rediviva ann Mari Edvarsden (ex Third & The Nortal, oggi cantante d'opera) celebra il pezzo di Kate Bush, in modo entusiasmante. Una band non ancora all'apice, a mio avviso, ma capace di dare forti emozioni. GDC

 

OJM 'Extended.Playing' (Agitato)

Ottimo miniCD d'esordio per questo quartetto trevigiano di stoner psichedelico, a cavallo tra certi Monster Magnet degli esordi e sonorità britanniche più liquide. Una band in crescita, con alcuni componenti che suonano con Paul Chain nel suo contanier stoner, giusto per chiarire l'attitudine. L'album ci chiarirà tutto il potenziale degli OJM (Organo genitale maschile!!). GDC

 

    The SLOWMOVIES 'Egocaine Hits 1920 / 1933' (Lizard/audioglobe)

Ci sono voluti venti titoli all'etichetta Lizard per arrivare ad una distribuzione professionale, ma per diffondere il verbo degli Slowmovies ne valeva davvero la pena. Rock colto ed originale che si abbevera all'avanguardia, passando per il progressive ed il post, con innesti di fiati, clarinetto, violino e tromba. Un album che è un viaggio verso qualcosa di diverso, una piccola/grande sfida alla banalità di tanta musica attuale. GDC

 

VERDENA 'Solo Un Grande Sasso' (Black Out)

A qualcuno non piace che tre ragazzotti della provincia bergamasca siano l'unica vera rivelazione del rock italiano degli ultimi anni. Purtroppo io non riesco a fare questo mestiere per simpatie, l'unica cosa che conta per me è la musica. E 'SUGS' sgorga musica di altissima qualità, un rock vulcanico, ora stoner, ora psichedelico, ora orginale, che fluttua proprio come le meduse della copertina e che poggia su riff taglienti ed obliqui, gonfi e circolari, ma mai prevedibili, con voci che sibilano melodie che si lanciano verso spazi infiniti e anche quando domina la quiete la band indovina e percorre il sentiero giusto. 'Starless', 'Spaceman', 'La Tua Fretta' sono grandi pezzi, fino all'odissea finale di 'Centriguga' e 'Meduse E Tappeti' molto più ampie e dilatate del resto, tracciati nei quali i Verdena ci consegnano la miglior pagina di rock tricolore dell'anno! GDC

 

WAGOOBA 'Total Emotion' (Loa Rising/Self)

Iniziamo dal fondo: racchiudere i Wagooba in una recensione di quindici rige, ha lo stesso senso di voler riassumere in un trailer di trenta secondi il film "Magnolia". E l'esempio non è casuale, perché il quartetto dei Wagooba rievoca molto, in termini di rapporto musica/immagine, la pellicola del regista P.T. Anderson. Con una variante, i protagonisti di questo disco vivono ai margini del "lecito" da sempre e non due anni, quanti ne ha il film. Cito dalla biografia "..discoteche di quarta categoria, sesso, strani traffici, sesso, liti, sostanze illecite..". Non trovo di meglio per focalizzare la musica dei Wagooba, una sorta di cloaca che assembla cinema sleazy italiano del passato, colonne sonore opache, ritmi gitani, punk, glam e rock. Ma la cosa stupenda è che in mezzo a tutta questa confusione, le canzoni funzionano benissimo, piacciono, hanno un'anima (sporca?) e la voce della Stefania D'Alterio, la regina della cultura dell'apocalisse, è sensuale, dolce e vigliacca come nessuna altra. Ci strega con il francese, l'inglese, lo spagnolo (Si conosce anche l'italiano -nda) e ci seduce con la sua timbrica, ora superba ora vicina all'orgasmo. A livello di canzoni il viaggio è senza fine, perché si ascoltano e riascoltano, scoprendone ogni volta angoli inediti, anfratti bui che non avevamo notato prima. "Mirrorball love" ci prepara all'erotismo di "Voodoo Wagon" che esplode nell'organo vintage di "HLM" e poi "Overload Jesus" dal gusto apocalittico, i richiami dark di "Black Dahlia", le sonorità sorprendenti di "El Chico Fantastico" e "Malhombre", fino alla chiusura di "(Set me) Free" e "Fangs'n'Claws", esempi di moderno rock urbano, costruito nel fango e nei detriti tecnologici. Lo dice il titolo stesso, i Wagooba chiedono 'emozione totale'. E voi avete voglia di brividi inediti? GDC

 

EQUISETI  ‘Il Rito‘  (AB Records)

Gli Equiseti sono legati dal cordone ombelicale ai Wounded Knee, qui ci si addentra in modo più emotivo e celebrale nel vero mondo del prog, vicino in alcuni momenti alle atmosfere folk. Su tutto svettano comunque testi bellissimi che meritano l’attenzione di noi tutti. Certo la proposta degli Equiseti non è di facile ascolto, ma chi ama scoprire nuove emozioni ne trarrà benefici. Un progetto di notevole valore, impreziosito dalla stupenda cd rom di ‘Il Bosco‘, pura poesia.  MAX B.

 

FIABA  ‘Lo sgabello del rospo’  (Lizard/Audioglobe)

Sembra dettato proprio dal loro nome, ma questo terzo album dei siciliani Fiaba ha un che di magico. Non sarà facile accettarlo per gli amanti del classico rock, ma se avrete la pazienza di ascoltarlo in assoluto relax troverete delle sfumature di gran classe che poche band oggi come oggi hanno il coraggio di proporre. Ci vuole coraggio, ma bisogna appoggiare con determinazione le band che suonano per l’arte e non per le vendite. MAX B.

 

MAX MAGAGNI ‘Twister ‘  (Music Academy Records)

Max Magagni è un chitarrista che ama prevalentemente i suoni hard e caldi degli anni 70, e in questo progetto uscito per la Music Academy Records si è attorniato da vocalist incredibili. Sfoggiano le loro qualità canore, Robin Mc Auley, Paul Shortino, Glenn Hughes e un Michele Luppi che onestamente non conosco. Oltre a questa schiera di mostri sacri, troviamo Ian Paice alla drums per la cover live di Highway Star!! Di difficile reperibilità, ma noi di Andromeda ne abbiamo alcune copie ! MAX B.

 

MONKSODA ‘Safe and sound ‘  (Radar/Audioglobe)

Geniali ed intriganti i nostri Monksoda. Di sicuro non è materiale per chi ama il rock classico o per chi non ama divagazioni musicali. Certo è che ‘Safe and Sound’ è un camaleonte musicale con trovate che ti spiazzano in maniera sublimale. Non voglio esagerare ma la band è veramente fuori dalla norma, l’approccio non può essere il frutto di banali sedute, qui c’è veramente qualcosa di nuovo. Finalmente nuove sensazioni dal panorama nostrano. Per chi ama avventurarsi nei meandri più coraggiosi della musica rock!! MAX B.

 

WOUNDED KNEE ‘Heyoke’  (AB Records)

Un graditissimo ritorno per una delle band italiane più interessanti per approccio al metal progressivo. E in effetti con questo secondo lavoro la band, qui con il nuovo vocalist, più si avvicina al prog e più si allontana al metal. Personalmente li trovo originali e ambiziosi, non dico che sono immensi, ma almeno non ricalcano la miriade di cloni che infestano le riviste del settore con valutazioni esagerate. Proggressivi sicuramente si! MAX B.

 

 

                                                                           

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