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LANA
LANE "Tigre e Farfalla !" |
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Com'è
iniziata la tua carriera musicale?
E' nata molto presto. La mia era una famiglia di artisti
e in casa c'era sempre molta musica, potevi trovare sempre qualcuno che suonava uno
strumento o che cantava, di conseguenza sono cresciuta con la musica nel sangue e per me
è stato molto naturale avvicinarmi al canto. Crescendo ho coltivato questa passione
cercando di farla diventare la mia professione.Ovviamente è stata molto dura ed ho dovuto
lavorare sodo. Le cose, però, si sono fatte serie durante le scuole secondarie quando ho
potuto iniziare a studiare musica. Penso davvero di poter dire che la mia carriera
musicale è iniziata da quando sono nata.Quando hai conosciuto Erik ?(Norlander, leader
dei Rocket Scientists e marito di Lana -nda)
Nel 1987, stavo cercando di mettere in piedi la mia prima
band e naturalmente avevo bisogno di un tastierista. Il primo che contattai ci lasciò a
piedi e il batterista mi suggerì di contattare Erik. Lo chiamai e quando lo sentii
suonare fui subito colpita dal suo talento naturale e mi resi conto che si trattava della
persona che stavo cercando.
Un incontro fortunato!
Sì, un incontro veramente fortunato!
Che ruolo ha avuto Erik
nella tua vita artistica?
Decisamente un grande ruolo. Attualmente è il motore
trainante della band. Ho deciso di avere totale fiducia in lui perché ha dimostrato una
grande predisposizione musicale. Nel 95, quando abbiamo inciso Love is an Illusion,il mio
primo disco solista, si è dimostrato capace di scrivere delle canzoniche si adattavano
molto bene alla mia voce e così mi consentivano di dare il meglio di me stessa. Ha molto
intuito nel capire come usare la mia voce ed è un'esperienza fantastica scrivere canzoni
insieme.
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Erik
lavora a molti progetti diversi contemporaneamente e riesce a produrre sempre dei lavori
di ottimo livello, come fa?
Erik è molto preciso, riesce a tenere separati i vari
progetti. Sicuramente puoi riconoscere il suo stile, ma ognuno di essi è diverso, ognuno
ha un proprio sound, una propria atmosfera, i brani hanno delle strutture differenti. E'
davvero un produttore molto attento e meticoloso e questo gli consente di dedicarsi
proficuamente a più progetti paralleli.Come riuscite a far convivere la vita di coppia
con gli impegni musicali?
Non è così difficile come può pensare la gente. Siamo
sposati da dieci anni e fra noi si è creata veramente una profonda amicizia, che ci aiuta
a tenere separate la vita di coppia "privata" dalla vita di coppia
"artistica".
Conoscendomi molto bene, Erik è capace di spronarmi meglio di quanto saprebbe fare un
qualsiasi altro produttore e questo grazie anche alla nostra capacità di tenere distinte
le nostre due vite, così tutto funziona al meglio. Abbiamo avuto anche delle difficoltà,
ma alla fine non hanno influito sulla nostra creatività
Che tipo di difficoltà?
Pressioni, sì molte pressioni per finire le canzoni,
pressioni perché la mia voce non era sempre al massimo della forma. Spesso abbiamo dovuto
lavorare molto duro per finire un brano. |
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Siete un team formidabile, fra te e Erik avete all'attivo quasi venti
dischi in soli otto anni, è sbalorditivo! Qual'è il vostro segreto?
Ah, te ne sei accorto? Penso che il segreto sia amare quello
che fai e cercare di dare sempre il meglio di te stesso e questo è quanto abbiamo cercato
di attuare. Così facendo ogni nuovo disco sembra migliore dei precedenti. Essendo
sposati, abbiamo la fortuna di avere molto tempo per lavorare assieme, ma il 98 è stato
un anno davvero duro. Abbiamo registrato cinque albums quell'anno e, anche se non era
tutto materiale nuovo, hanno richiesto ugualmente molto lavoro ed è stato davvero molto
stressante. Tutto questo, comunque, è stato molto importante perché ad ogni esperienza
abbiamo imparato qualcosa di nuovo il che ci ha permesso di migliorare col lavoro
successivo. Fare quello che ti piace, inoltre, è sempre l'ingrediente principale che ti
aiuta ad essere molto produttivo.
Che cosa significa per te
questo nuovo disco?
Questo disco è stato veramente importante perché sono
riuscita a scrivere molto di più rispetto ai lavori precedenti. Abbiamo avuto la
possibilità di suonare con musicisti diversi, anche culturalmente, alcuni di essi erano
europei e hanno apportato un nuovo feeling e delle emozioni uniche. In particolare ho
apprezzato lo stile molto heavy di Arjen (n.d.a. Lucassen degli Ayreon) che ha svolto un
grande lavoro di chitarra, così come anche il drumming di Ed Warby è stato davvero
fantastico. Senza dimenticare l'importanza svolta dal lavoro di engeenering di Erik, che,
essendo molto coinvolto emotivamente dal progetto, ha dovuto sforzarsi non poco per
restare obbiettivo e dare compimento al tutto. Tutti questi fattori hanno fatto di SOA il
mio disco più significativo.(Giancarlo Bolther)
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