Signore e signori: IAN PAICE!
Di tutti gli album su cui hai suonato, qual è il tuo
preferito?
“Made
In Japan”!
Vedi… quando registri un disco in studio c’è la
possibilità di barare… registri una canzone e quando sei a metà fai
un errore! Poi registri l’altra metà del brano e le incolli insieme…
questo dal vivo non è possibile! “Made In Japan” è interamente
suonato dal vivo, pezzo dopo pezzo, quello che ascoltate è
esattamente ciò che abbiamo sentito noi del gruppo il giorno dopo le
registrazioni… Quando registri un disco dal vivo c’è una grossa
pressione soprattutto sul batterista… ho suonato in diversi dischi
dal vivo e ti posso dire che molte volte l’unico che veramente aveva
suonato dal vivo ero io… gli altri membri sono poi stati in studio a
correggere gli errori! Comunque sono d’accordo con questo in quanto
credo che quando si pubblica un disco bisogna cercare di dare il
miglior prodotto possibile… ma con la batteria non è possibile
effettuare sovraincisioni… si verrebbe a perdere quella soluzione di
continuità con l’ambiente che il suono presenta naturalmente"
E quello che ti piace di meno?
"Non c’è un intero disco che non mi piace… ci sono
canzoni che non mi piacciono! Una di queste, sebbene la suoniamo
ancora in concerto, è “Pictures Of Home”. Non è un pezzo che mi
entusiasma, come anche “Never Before”"
Mentre i tuoi pezzi preferiti?
"Beh… io considero un pezzo veramente riuscito quando
coincidono una serie di fattori: innanzitutto devo aver suonato
bene, e quindi la parte di batteria mi deve piacere… poi mi deve
piacere il suono della batteria, non deve essere né troppo alto né
troppo basso, ma ad un livello giusto nel mix… ed inoltre mi deve
piacere il suono del brano… Tra i miei preferiti sicuramente c’è
“Living Wreck” da “In Rock”, anche se tutto l’album mi piace… un
altro pezzo che riascolto molto volentieri è “Dealer” da “Come Taste
The Band”… ci sono quei pezzi che quando sono stati suonati è
successo qualcosa di magico che poi non si riesce a ricreare dal
vivo… “The Battle Rages On” è uno di questi… sebbene l’abbia suonato
dal vivo tantissime volte non sono mai riuscito ad eseguirla così
bene come in studio… si vede che in quei cinque minuti deve essere
sceso dall’alto qualcosa su di me…"
Ian, so che nel 1973 registrasti dei pezzi con
Ritchie Blackmore e Phil Lynott (Thin Lizzy): che fine hanno fatto
quei pezzi? C’è la possibilità che un giorno vengano pubblicati?
"Quello fu un progetto di Ritchie che voleva
registrare dei brani con un trio… in realtà si tratta solo di demo…
vedi, Ritchie vuole sempre suonare con gente brava, mentre allora
Phil era terribilmente scarso con il basso, non sapeva proprio
suonare… ma aveva già una bellissima voce. Quindi per completare i
pezzi avremmo dovuto prendere un altro bassista, ma questo avrebbe
alterato l’idea originale del trio… e quindi non se ne fece più
nulla! Vedi, quando Jimi Hendrix divenne famoso, Ritchie si arrabbiò
perché faceva esattamente quello che avrebbe voluto fare lui… ma
Jimi c’era arrivato prima di Ritchie e questo lo seccava
terribilmente!"
Recentemente è stata pubblicata l’edizione
rimasterizzata di “Who Do We Think We Are!”: so che inizialmente
dovevano essere inclusi “He’s Got A Smelly Botty” e “It’s Only Make
Believe”, come mai non appaiono nell’edizione definitiva?
"Mah… sinceramente non so perché non si trovano
sull’album… “He’s Got A Smelly Botty” era un pezzo con Jon al piano
ed alla voce, registrato in seguito ad una session alcolica… e
siccome il Jon Lord di oggi è diverso dal Jon Lord di allora anche a
livello di gusti musicali, il pezzo non è stato incluso! Anche “It’s
Only Make Believe” non è nient’altro che un demo… in questo caso c’è
Jon al piano e Ian Gillan che canta in preda ai fumi dell’alcool
delle frasi senza senso… addirittura il ritornello è cantato un
semitono sotto!"
In futuro usciranno le versioni rimasterizzate anche
di “Burn”, “Stormbringer” e “Come Taste The Band”?
"Credo di si… anche se ovviamente non saranno curate
da Roger che non prese parte alla realizzazione degli album"
E’ possibile che in futuro possiate introdurre in
scaletta dei pezzi della Mark III o Mark IV?
"Non con questa formazione! Ian Gillan non conosce i
pezzi e non ha alcuna intenzione di impararseli… abbiamo fatto così
tanti pezzi con lui che non ha bisogno di impararne di nuovi… Semmai
potremmo suonarli in caso di una reunion con David Coverdale e Glenn
Hughes… ma non credo che questo accada…"
Cosa pensi di David Coverdale?
"Mah… David è un bravo ragazzo e si merita il
successo che ha avuto… però ha una visione della vita diversa dalla
mia… David crede che si debba vivere il Rock’n’Roll 24 ore al
giorno! Per me è molto più un hobby di quanto non lo sia per lui… ci
sono altre cose che mi interessano"
Perché dal vivo non suonate alcuni pezzi da “Who Do
We Think We Are!”? Ce ne sono alcuni fantastici come “Rat Bat Blue”
che avete suonato a Reading nel 1996…
"In effetti non so perché… è un pezzo che piace molto
anche a me… quell’album contiene dei bei pezzi, suonati bene, ma si
sente una certa “freddezza” nel modo in cui sono suonati… d’altronde
non è un mistero che i rapporti tra i membri del gruppo all’epoca
non fossero dei migliori, e questo traspare pienamente ascoltando
l’album"
Come mai su “Abandon” che è già un album abbastanza
lungo, avete deciso di registrare nuovamente “Bloodsucker”?
Beh… è successo che avevamo ripreso a suonare il
pezzo dal vivo e la maggior parte dei ragazzi non la conosceva e ci
chiedeva continuamente quando avremmo registrato quel pezzo nuovo,
così abbiamo deciso di reinciderla nel nuovo disco"
Che ci racconti del progetto “Green Bullfrog”?
"Ah… quello fu un disco con tutti dei session-men che
lavoravano per Derek Lawrence… solo io non ero uno di loro, ma in
qualche modo un “novellino”! Dunque c’era Ritchie alla chitarra
assieme a “Big” Jim Sullivan ed Albert Lee… Mattew Fisher alle
tastiere… e chi c’era al basso? Non mi ricordo… forse Chas Hodges?"
Esatto!
"Si fu un disco che registrammo agli inizi del 1970"
Che ne pensi di altri batteristi come Carl Palmer e
John Bonham?
"Beh… conosco abbastanza bene Carl Palmer poiché
abbiamo fatto un tour assieme agli ELP recentemente negli States… è
una brava persona ed un ottimo batterista! John Bonham… devi sapere
che c’erano due John Bonham: un John Bonham sobrio, il quale era una
persona squisita, un vero bonaccione… ed un John Bonham sbronzo! In
questo secondo caso, se gli eri simpatico correvi il rischio di
venire stritolato in quanto non appena ti vedeva correva ad
abbracciarti… se invece gli eri antipatico… ti prendeva a pugni!
Però bisogna dire che era un batterista meraviglioso: riusciva a
suonare in maniera potente senza per questo picchiare più forte… un
esempio classico è il suo drumming in “Stairway To Heaven”… non
riesco ad immaginare nessun altro in grado di suonare quel pezzo in
quel modo… Beh… certo riesco ad immaginarmi Keith Moon che cerca di
colpire ogni tamburo a portata di mano!!! Sarebbe stato interessante
sentirlo e vederlo all’opera su “Stairway To Heaven”, ma non sarebbe
stato adatto"
Ian, per concludere, hai per caso qualche aneddoto da
raccontarci?
"Beh… mi ricordo che la prima volta che venimmo a
suonare in Italia, per la precisione a Roma nel 1970, mi fregarono i
piatti!!! E per continuare la tournèe dovetti riordinarne un set
alla Paiste…ma potrei continuare a lungo!"
Sarà per la prossima volta Ian. Intanto grazie e
lunga vita ai Deep Purple!
(intervista by
Valerio De Angelis e Lorenzo Giovagnoli
,cortesemente concessa da
Andromeda
)
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