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Ah, questa è veramente una splendida
intervista, giuro, un autentico viaggio nei meandri degli anni ottanta compiuto grazie
alla disponibilità, oltre che loquacità, del mio interlocutore Roberto "Drake"
Borrelli, vocalist nonché portavoce dei cult heroes Gunfire, storica band di Ancona, che
grazie alla pubblicazione di due storici demo e dellomonimo ep del 1984, è entrata
di diritto nellolimpo dei grandi incompresi, ancor prima che il loro fato si potesse
compiere. Un viaggio intriso di sogni, speranze e verità che, come potrete leggere qui
sotto, sono andati a frantumarsi contro il muro dellignoranza, e perché no,
dellinefficenza, che regnava sovrana durante quegli anni. Ma la vita a volte e
strana, e quello che una volta ti ha tolto, poi te lo ridà, e magari anche con gli
interessi, e se nel 1985 i tempi erano ancora poco maturi perché i Gunfire portassero a
termine il loro sogno sotto forma di 33 giri, il 2002 ha segnato il comback di quel combo
agguerrito, disposto a tutto pur di poter dire la sua, e perché no, indicarci la retta
via . Ma ogni mio discorso può essere vano, quindi lascio la parola a Roberto, allacciate
le cinture, e buon viaggio, prossima fermata 1980 e dintorni
.
(Beppe) Allora Roby, innanzitutto lascia che ti ringrazi per il tempo che ci stai
volendo dedicare, allora incominciamo dagli albori dalle prime prove in cantina con i
Metal Road ai primi successi con i Gunfire, cosa ricordi di quei giorni, e come mai
decideste di adottare quei sinonimi così "strani"?
-(Roberto) Ero molto giovane e i ricordi delle prime attività musicali con i Metal Road
si fondono con le prime esperienze di adolescente, ricordo che c'era questa aria nuova e
fresca portata dai nuovi dischi dei Black Sabbath con R.J. Dio e poi i Judas Priest dei
primi anni 80 e tutta la corrente N.W.O.B.H.M , era una emozione ascoltare Saxon, Maiden ,
Def Leppard e poi le bands minori che apparivano sulle compilation, vivere intensamente
ogni secondo di quelle incisioni, quella volta le uscite non erano tantissime e un disco
si macinava fino a consumarlo. Io amavo alla follia Alive II dei Kiss e poi c'era Mob
Rules che mi mandava in delirio, era come una droga. Era 1l 1982, I Metal Road erano un
gruppo da sottoscala che non poteva andare da nessuna parte ma mi servì per capire che
forse potevo cantare, iniziai a farlo per emulare i cantanti veri e devo dirti che la
gente della mia età mi prendeva in giro, Ancona è sempre stata (e lo è anche adesso)
una città dove l'invidia e la critica gratuita sono sport molto praticati, chiunque tenta
di fare qualcosa di valido ha tra i primi detrattori proprio quelli che si dicono suoi
amici. E comunque non mi scoraggiai anche perchè non avevo soldi per comprare uno
strumento e prendere lezioni per impararlo. Inoltre sentivo che stavo facendo passi avanti
e così con il mio amico Maurizio Leone (Maury Lyon) qualche cosa impostavamo nelle
cantine. In quel periodo (1982/1983) ad Ancona suonava anche un altro gruppo formato da
gente molto più grande, si chiamavano SHOUT e fecero anche un disco di hard rock, durò
poco però e da quel gruppo venne fuori Fabio Allegretto (Lord BlackCat). Io non conoscevo
Fabio se non per fama, nel senso che ad Ancona era già rinomato come un ottimo
chitarrista, e ti dico che Fabio già in quegli anni aveva uno stile suo e una capacità
tecnica favolosa; Maurizio lo conosceva e non so bene come successe che decisero di
provare qualcosa assieme, misero giù come primo pezzo Thunder of War (con Leone che
suonava il basso) e su 'intercessione' di Maurizio mi invitarono a provare qualche linea
vocale... era fatta, in qualche modo sentivo che quel gruppo che provava in una casa in
campagna e che aveva deciso di chiamarsi GUNFIRE avrebbe lasciato una sua traccia. Era il
1984, gennaio o febbraio credo. Scegliemmo di utilizzare degli pseudonimi senza un motivo
preciso, credo fosse legato alla voglia di cambiare pelle e assumere nomi che fossero in
linea con il look che volevamo adottare. Volevamo avere una immagine forte, coerente, non
volevamo essere il solito gruppetto di provincia.
(Beppe)Ti sei mai spiegato il grande successo che ottenne il vostro primo demo? Se non
sbaglio, anche se avendo optato solo per una distribuzione nazionale, quei quattro brani
raggiunsero addirittura le coste statunitensi, proprio altri tempi, vero?
(Roby)Allora, non ti so dire come successe che il demo girò in quel modo, lo preparammo a
Maggio del 1984 a casa di un tipo su un 4 piste Fostex praticamente in presa diretta, fu
pronto in un paio di giorni e non eravamo solo contenti di come fosse venuto, eravamo al
settimo cielo, il suono per lo standard di allora non era male, c'erano molti difetti
tecnici sicuramente, ma era comunque di sicuro impatto e soprattutto credibile, sembrava
musica heavy fatto da un gruppo 'vero'. Ne facemmo 50 copie e fu regalato ad amici,
spedito a Beppe Riva e a pochi altri, a qualcuno a Roma, qualcuno a Milano e a qualche
etichetta di cui avevamo l'ndirizzo. Poi basta, non voleva essere un demo da vendere, era
solo una necessità per farci almeno ascoltare da qualche discografico. Ebbene dopo un
mese scarso cominciavano ad arrivare lettere da molti paesi, lettere a cui non potevamo
rispondere per mancanza di denaro. Incredibilmente gente che nel Nuovo Messico e nel Texas
aveva ascoltato il demo e voleva foto e altro materiale per fanzine, radio etc.. e poi
tantissime lettere dalla Germania, dalla Svezia, Danimarca. Le tenevo io, ne avevo un
pacco che ho conservato per anni... ecco io non mi spiego questa cosa, ancora oggi se ci
penso mi sembra impossibile.
(Beppe)Leggendo la vostra biografia, ho notato che nel vostro periodo di maggior
splendore, suonavate addirittura quattro ore al giorno, ma da quelle jam non siete mai
riusciti a registrare qualcosa anche su di un semplice 4 piste? (Roby)Venivano fuori
molti pezzi e solo pochi quelli che ci sembravano migliori passavano alla fase di
arrangiamento, poi io scrivevo i testi e chiudevamo il pezzo nuovo mettendolo tra quelli
validi per i concerti. Avevamo le intenzioni molto chiare, volevamo avere successo nel
senso che volevamo arrivare a fare un disco che fosse venduto in tutto il mondo. Per noi
era ormai un lavoro, ci mettevamo anima e corpo, se era iniziato tutto in modo repentino
ci trovavamo invece ad essere determinati fino alla morte.Un lavoro... dove purtroppo non
si guadagnava nulla.. sono stati grandi i nostri genitori a supportarci pur senza poterci
fornire altro che il mantenimento e la fiducia in qualcosa che non capivano cosa fosse, ma
che comprendevano essere per noi importante. E comunque furono tempi difficili, io mi ero
iscritto a due università diverse in due anni per poter rimandare il servizio militare.
Ognuno di noi doveva trovare artifizi per fermare la 'vita reale' che premeva per sbarrare
la strada al sogno.
(Beppe)Quali sono le sensazioni e gli umori che ti ricordi delle vostre scorribande
degli inizi eighties?...e del mega raduno metal raduno di Gazoldo del 1984.
(Roby)Il nostro primo concerto fu proprio al raduno di Gazoldo, avevamo un poco di timore
a salire sul palco, anzi, Maurizio era talmente emozionato che quando toccava a noi mi
disse: Io non salgo ! Dovetti spingerlo per farlo salire e a stento poi riuscì a infilare
il jack nell'amplificatore con la mano che gli tremava; c'erano altri con molta più
esperienza di noi, Alex Masi e tanti nomi già conosciuti, la gente stessa non ci dava
molta fiducia prima che iniziassimo ma ti dico che dopo il primo pezzo la gente saltava e
cantava come se avesse conosciuto i Gunfire da sempre. Ricordo che Maurizio superata la
fase di panico iniziale era galvanizzato dalla folla e suonava con tale impeto de ferirsi
le dita sulle corde del basso e... a fine concerto firmava autografi con il
sangue...incredibile, una esperienza irripetibile. Dopo quel concerto riuscimmo a suonare
nelle situazioni più impensabili, da ottimi concerti a Bari, Reggio Emilia, Milano fino a
situazioni al limite del ridicolo, tanto per dirtene una capitò che in un paesotto
nell'entroterra, dove fummo chiamati a una festa in piazza a suonare sulla sponda di un
camion con la gente che era venuta per ballare il liscio... succedevano cose strane
soprattutto per la pochezza degli organizzatori e manager musicali di allora (non che
adesso sia una categoria brillante !!). Un'altra volta era stato organizzato un concerto
nella Sala Europa del Salone dei Congressi di Bologna, una hall grandissima, un impianto
audio mostruoso e.... 10 persone come pubblico... quello che aveva organizzato aveva
omesso di fare la benchè minima pubblicità. Non suonammo ovviamente quella sera.
In quel periodo conoscemmo P.Chain, voglio sfatare le voci che dicono che noi fossimo una
sua creatura, l'avevamo conosciuto dopo il nostro debutto e avevamo qualche contatto solo
perchè eravamo della stessa regione, non avevamo punti in comune .... nemmeno musicali,
prendevamo contatti con molti gruppi, suonammo con Revenge, Gow, Thunder e altri che
neanche ricordo. L'estate del 1984 fu veramente una stagione di fuoco. Oltre ai concerti
ovunque capitasse eravamo stati nello studio Vallemania di Genga vicino a Fabriano a
registrare, per la prima volta in una situazione ultraprofessionale, un pezzo per una
compilation, mi sembra che il 33 giri si chiamasse Made in Italy e il pezzo che preparammo
era Firecult, spendemmo 800.000 lire per un solo brano ma eravamo veramente soddisfatti
del risultato. In studio cominciammo la collaborazione con un produttore che ci aiutava a
definire suoni e arrangiamenti, era Armando Grati, un tipo di Ancona con una buona
esperienza in molti generi musicali. Cominciammo anche i preparativi per registrare
l'ormai famoso Ep che ancora oggi 'rumoreggia' tra i collezionisti e appassionati.
(Beppe)Ed infatti, nonostante siano passati più di tre lustri, il vostro splendido
ep, viene tutt'ora considerato come uno dei migliori prodotti italiani di sempre in campo
heavy metal, non trovi strano che nonostante le super produzioni odierne, quelle cinque
composizioni continuino tutt'ora a donare sempre nuove emozioni?
(Roby)Come ti dicevo registrammo quell'Ep a Vallemania e sebbene fossimo soddisfatti
dell'ascolto interno allo studio in realtà il suono finale, fuori dallo studio di
registrazione, era ben poca cosa e non rendeva giustizia a dei pezzi che per semplici che
fossero avrebbero sicuramente reso di più se avessero avuto maggiore dinamica. E comunque
portammo il master a quelli della Irae di Firenze, ricordo che dentro gli uffici incontrai
un giovane Piero Pelù che con i Litfiba era sotto contratto con loro. Il nostro disco
usci dopo una febbrile attesa per la Discotto che era etichetta della Irae appunto e il
numero di catalogo era 002 (non so quale gruppo fosse il numero 001). La copertina. come
doveva essere, era stata disegnata da un grafico ed era stupenda, un guerriero futuristico
che si ergeva sulle rovine della civiltà.. Lo so che a dirsi è banale ma ti assicuro che
era fenomenale e fuori dagli schemi... Successe invece che qualcuno della Irae fu mal
consigliato da qualche collaboratore imbecille e proprio prima della stampa tagliarono i
fondi costringendoci a fare una copertina a due colori, da qui il famoso 'spruzzo di
sangue' su fondo nero. 2000 copie uscirono distribuite abbastanza bene e per un periodo il
disco si trovava ovunque nei negozi, pensa che l'ho visto alla Standa ! Non mi chiedere
come il disco ha girato tanto anche in Grecia e Germania perchè è un'altro dei misteri
gloriosi dei Gunfire ! Di quel disco il pezzo che più mi piace è Wings of Death che
ancora oggi suoniamo quasi invariato nei nostri concerti. Gli altri pezzi Thunder of War -
Gunfire e Hard Steel erano venuti con meno impatto rispetto al demo, comunque, considerato
che era il nostro primo disco eravamo abbastanza soddisfatti. Per molto tempo il disco fu
disponibile, poi cominciò a trovarsi solo nei marcatini dell'usato e prezzo minimo, fino
al 2000 quando Sandro Buti e Metal Hammer lo inserirono nella lista dei migliori dischi
metal del millennio facendogli acquistare notevole quotazione.... Ti confesso che non me
lo aspettavo, nessuno di noi se lo immaginava che a distanza di anni quel disco avrebbe
avuto la sua rivincita, non che non fosse stato apprezzato allora ma oggi molti lo tengono
sullo scaffale insieme a Maiden e Judas il che è emozionante solo a pensarlo.
(Beppe)Sei ancora in contatto con i ragazzi dei Saxon? Se non sbaglio eravate molto
amici all'epoca, vero? Se non sbaglio dovevate aprire per loro ad un concerto a Padova?
(Roby)I Saxon li conoscemmo in modo rocambolesco, sapevano che suonavano a Padova e
partimmo per Venezia pensando che non avrebbero rinunciato a una visita della città,
arrivati a Venezia cominciammo a chiamare gli alberghi a 5 stelle spacciandoci per
giornalisti, il secondo che chiamammo era il Danieli, quando la tipa della reception mi
disse 'Si il gruppo è qui' mi prese un colpo, raggiungemmo l'albergo e aspettammo
pazientemente, riuscimmo a parlare con il Biff che purtroppo non potè farci suonare
perchè già c'era una band di supporto (non ricordo quale)[noi si ! erano i DARK LORD
!], per scusarsi ci invitò come suoi ospiti ed entrammo nell'area del
concerto a Padova seguendo il tour bus dei Saxon.... Fu comunque una notevole esperienza e
immagina la stranezza che con Biff in mezzo a noi qualcuno si avvicinava dicendo..ma voi
non siete i Gunfire ? Non avemmo più alcun contatto con loro, non avemmo modo perchè la
storia dei Gunfire PART ONE non era ancora lunga.
(Beppe)Quali sono le vere motivazioni dello split dei Gunfire?
(Roby)Devi sapere che tra la fine di un burrascoso 1984 e l'inizio di un pesante 1985
entrammo ancora in studio per registrare un intero LP, avevamo i pezzi pronti ed erano
brani più maturi e intensi. Quando iniziammo le registrazioni del nuovo disco sapevamo
che sarebbe stato prodotto dalla Carrere, avevamo anche uno che metteva i soldi, era lo
stesso proprietario dello studio, impiegammo qualcosa come 3 mesi a terminare il disco ed
era pronto... Mancava solo il mixaggio finale, ne era stato fatto uno di prova, il suono
era buono, l'impatto notevolissimo, eravamo stanchi ma soddisfatti... I problemi
cominciarono quando capimmo che l'emissario della Carrere senza neanche sentire nulla
aveva cambiato i piani su di noi, il tipo dello studio voleva rientrare di 12 milioni di
spese, eravamo di nuovo fermi ! Con un prodotto terminato e con nessuno in Italia in grado
di farlo uscire. Per fortuna mi ero fatto una cassettina, che ormai è inascoltabile,
altrimenti di quel disco ora non resterebbe neppure il ricordo. Gli avvenimenti successivi
furono come una frana che inizia con qualche sassolino che rotola e si risolve in un
disastro, eravamo così scoglionati da entrare persino in conflitto tra noi, ormai
capivamo che i nostri sforzi e sacrifici non avevano portato a nulla, pensa che dopo un
poco di tempo arrivò persino un contratto pronto da firmare con la New Renaissance
Records di Hollywood alla quale mesi prima avevamo spedito l'EP. Questo fatto ci butto
ancora di più nello sconforto, sapere che non saremmo mai riusciti ad andare in America
con il servizio di leva che impelleva e gli enormi problemi che avevano ormai sciolto il
collante che ci aveva tenuto uniti e forti. E così semplicemente alla fine del 1985
inizio 86 smettemmo di suonare e la casa in campagna dove avevamo provato per giorni e
giorni tornò ad essere una semplice casa di campagna con polli, gatti e cani e non più
il Gunfire Headquarters ...
(Beppe)Rinneghi qualcosa del tuo passato artistico, o se potessi tornare indietro
cambieresti qualcosa.
(Roby)Si, devo dirti che se tornassi indietro rifarei tutto ma in modo molto più leggero
senza buttarmi con anima e corpo, senza mettere tutte le speranze e le energie di un
adolescente in un sogno impossibile...
(Beppe)Non hai mai pensato che se fossi nato in un altro paese, diciamo laGermania,
forse la tua vita sarebbe diciamo cambiata.
(Roby)Si, l'ho pensato molte volte, la Germania era un paese molto più maturo a livello
di musica rock, basti pensare ai grandi Accept, il suono e la produzione che avevano loro
da noi era fantascienza, forse sarebbe andata diversamente e adesso non farei
l'informatico come professione... forse
(Beppe)In una recente intervista Alberto Simonini dei Crying Steel ha ammesso che, una
band per entrare nel mito ed essere ricordata deve sciogliersi, tu come la vedi?
(Roby)Mah... secondo me è come quando si dice che il vero amore è quello non
corrisposto. Lo si dice per consolarsi di tutto quello che poteva essere e invece non è
stato. Diciamo che per entrare nel mito bisogna prima fare un qualcosa di valido...
nell'ambito dell'Heavy Metal italiano gruppi come i Gunfire hanno avuto la fortuna e la
forza di fare da apripista, era quasi il deserto allora in Italia, è normale che alcune
bands di allora vengano mitizzate pur avendo fatto poco di concreto, il fatto di essersi
sciolti lascia della band una immagine 'congelata' nel ricordo di chi c'era.
(Beppe)Dallo split dei Gunfire al ritorno con i Cromwell, musicalmente parlando che
cosa hai combinato? Se non sbaglio rispetto a molti tuoi colleghi di quegli anni, non ti
sei mai interessato a progetti di band pop rock con cantato in lingua madre, è così?
(Roby)Allora ero un oltranzista, e chi non faceva metal per me non esisteva, poi ho
cominciato ad ascoltare anche altro rock, i Cult, i primi Rem e più recentemente Rage
against the Machine, Ramstein ma mai semplice pop, pensa se mai avrei potuto cantarlo, a
me piacciono le Atomik Kitten....però con la bocca aperta ma non per cantare he he he
he.... I Cromwell furono un progetto a cui partecipò Fabio Allegretto come chitarrista,
inserì anche le tastiere e ne venne fuori un cocktail notevole, era il 1997 e con questo
gruppo avevo soddisfatto la mia enorme voglia di calcare nuovamente il palco,vado fiero di
un pezzo che si chiama Innocence che magari avrai ascoltato, si può prendere su
Vitaminic... è una bomba.
(Beppe)Com'è nata l'idea del come back? E come mai Rob Gothar non ha preso parte alla
reunion? Comunque mi pare che sia stato degnamente rimpiazzato dal nuovo Diego Romagnoli,
ma dove diavolo l'avete trovato? È veramente una belva!!! A me ricorda tanto Vinnie Apice
dei bei tempi. Mentre Luca Calò proviene dagli Spread Mind, band di cui anche tu facevi
parte, è così?
(Roby)L'idea della reunion è stata mia e la voglia mi è venuta dopo che nel 2000 le
quotazioni dei Gunfire stavano risalendo, non ci sono intenti commerciali perchè sappiamo
bene come ancora oggi il nostro metal anni 80 chiede tanto in energia e dedizione ma può
dare ben poco sotto il profilo economico. Fabio Allegretto (Lord Blackcat) che di lavoro
fa la guardia giurata (ed è l'unico in grado di sventare una rapina colpendo a
sportellate il rapinatore) aveva quanto me il desiderio di rimettersi in gioco, Maury Lyon
si è presentato all'adunata (lui ha sempre continuato a lavorare nella musica con cover
bands etc) e invece per quanto riguarda Rob Gothar l'ho saputo non interessato. Inoltre la
spinta per far accendere la fiamma è arrivata da Luca Calò, giovane chitarrista
dotatissimo di tecnica ed entusiasmo, con lui avevo cantato nel gruppo degli Spread Mind
portando il mio stile in pezzi progressive. Avendo Luca cessato le attività con gli
Spread è venuto tra le nostre file. Diego Romagnoli, il tellurico, il terremotante, la
tempesta ritmica (così lo hanno definito) è stato un acquisto fantastico, è di Ancona e
ha una dedizione per lo strumento che ha dell'incredibile, inoltre quello che fa lo fa con
passione e partecipa alla stesura dei pezzi per cui sono assolutamente contento della sua
partecipazione ai nuovi Gunfire. Il nuovo demo è andato alla grande ! L'hanno definito un
piccolo gioiello ed è così anche per me, sono soddisfatto della nuova impostazione dei
pezzi che sono moderni nell'arrangiamento senza perdere lo stile dei primi Gunfire,
abbiamo reso tutto il demo disponibile per il download al nostro sito www.gunfire.it
(Beppe)I brani del nuovo demo fanno parte di un lotto di canzoni che dovevano fare
parte del vostro primo ful lenght per l'etichetta francese Carrere, ma che ne è stato di
quel master? È veramente andato al macero?
(Roby)I pezzi del demo sono i pezzi di quella volta riarrangiati, cioè cambiati
profondamente in tutto, dalle linee vocali alle ritmiche ai testi, siamo partiti da quei
pezzi per dare una continuità al progetto ma i tempi attuali richiedono arrangiamenti
attuali e così abbiamo fatto. Si... i nastri di quel disco, quei nastroni per lo Studer,
sono stati distrutti intorno al 1988.
(Beppe)Avete ricevuto delle proposte di contratto per un futuro disco e magari
un'eventuale ristampa del vostro primo ep?
(Roby)Guarda, siamo in contatto con diverse etichette ma ancora non abbiamo deciso nulla,
abbiamo aspettato 20 anni e stavolta non voglio sprecare energie fino a che non ho la
certezza che non è tempo sprecato. Ti dico solo che credevo i tempi fossero cambiati e
invece nei discografici c'è la solita pochezza professionale che avevo conosciuto a suo
tempo.
(Beppe)Com'è nata la coalizione con i vostri conterranei Centurion? Cosa ne pensi
della band dei fratelli Monti e dello screamer Germano Quintabà?
(Roby)Ottimamente, con i ragazzi dei Centurion c'è un buon affiatamento inoltre pur
facendo qualche uscita insieme non ci facciamo concorrenza perchè i nostri generi sono
molto diversi. Mi piace il loro modo professionale di lavorare, vanno alla grande e
Germano è un vero animale da palcoscenico.
(Beppe)Il 19 luglio sarà un giorno molto importante per i Gunfire perché suonerete
per la prima volta fuori dall'Italia, state preparando qualcosa di speciale per i vostri
fans d'oltralpe?
(Roby)Sai, ho una bambina di 4 anni e ho provato a spiegarle che papà deve andare in un
posto lontano a cantare, e non credo che abbia capito; sembra così strano anche a me che
dopo tanto tempo venga un giorno così importante, mi sento emozionato come un bambino..
Stiamo preparando un set che sia memorabile...
(Beppe)Che cosa ti viene in mente se ti dico "non sei normale"?
(Roby)Mi viene in mente Maury Lyon..tu però non dirglielo...
(Beppe)Siamo veramente alla fine, ti ringrazio enormemente per la tua disponibilità,
e ti lascio campo libero, concludi l'intervista nel modo che più ti aggrada
(Roby)Sono io che ringrazio te per avermi dato modo di ripercorrere i bellissimi anni 80,
vorrei che tutti quelli che ci hanno seguito all'inizio e hanno vissuto con noi la nostra
musica sappiano che niente è andato perduto e nei tanti posti dove abbiamo suonato, chi
ha la forza per ascoltare può ancora sentire le parole... WE ARE IMMORTAL.. e questo
sarà per sempre e comunque vada..
Roberto 'Drake' Borrelli
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