ERIK NORLANDER
Diviso tra i
progetti con la moglie Lana Lane, i mega-tecnicismi dei Rocket
Scientists, le collaborazioni con Ayreon e, non ultima, una carriera
solista parallela, il keyboards wizard Erik Norlander è diventato
ormai vero e proprio cult-hero per ogni metal-prog fan che si
rispetti. Un personaggio del genere è oro che luccica per le
fameliche fauci di chi gravita attorno al pianeta Andromeda, da
sempre alla scoperta (o riscoperta) di artisti che guardano sì verso
il futuro, ma senza rinnegare l'insegnamento del passato, prossimo o
remoto che sia.
Erik, c'è
un disco, tra i molteplici a cui hai collaborato, che meglio
rappresenta la tua essenza artistica?
Certo, si
tratta del mio album solista 'Into The Sunset'. Quell'album suona "Norlander
al 100%", nel senso che contiene tutti gli elementi che meglio
condensano i miei gusti musicali; c'è il progressive, l'hard rock,
il metal, persino arrangiamenti orchestrali. Insomma, se uno vuole
imparare a conoscermi come artista e musicista, si ascolti 'Into The
Sunset'.
Album, tra
l'altro, in cui Glenn Hughes canta nella bellissima 'Rome Is
Burning'.
Avevo già
collaborato con Glenn nel tributo agli ELP pubblicato dalla Magna
Carta, e posso considerarmi un suo ammiratore ormai da un sacco di
tempo. Fu Keith Emerson a presentarci qualche anno fa, quando lui e
Glenn stavano suonando alcune gigs nei pressi di Los Angeles. Hughes
è una vera rock star, nonché una delle migliori e più potenti voci
in circolazione; in studio si comporta poi da grande professionista,
e spero di poterlo riavere ancora al mio fianco in futuro.
Un altro
personaggio con cui sei molto legato è Arjen Lucassen.
Prima di
diventare amico di Arjen, ero un grande fan dei suoi Ayreon. C'è
stato un periodo in cui ascoltavo praticamente ininterrottamente sia
'The Final Experiment' che 'Actual Fantasy' e, ad essere sincero, li
ascolto tuttora con molta frequenza! Mi incontrai finalmente con
Arjen nel 1999, e da allora abbiamo instaurato un rapporto di
sincera e profonda amicizia. Penso che i suoi ultimi due album sul
progetto 'Universal Migrator' siano semplicemente fantastici, dato
che mostrano un'inarrestabile crescita sia come compositore che come
arrangiatore/produttore. Arjen riesce a gestire questi immani
concept con grande maestria e fermezza, e ti assicuro che non si
tratta affatto di un lavoro semplice.
Parlami di
'Secrets Of Astrology', molto più del solito album di Lana Lane.
Ne sono
veramente orgoglioso. Avevamo già inciso quattro album in
precedenza, ma con 'Secrets …' volevamo fortemente evolverci verso
qualcosa di inedito. Così ci siamo imbarcati per l'Olanda, e laggiù
abbiamo inciso il cd assieme ad un asso di ingegnere come Oscar
Holleman, suonando anche con parecchi musicisti del posto. Come
risultato finale, 'Secrets…' appare un lavoro europeo in tutto e per
tutto, ed in fondo era proprio ciò che volevamo. Non so se
ripeteremo l'esperimento anche per i prossimi album, ma 'Secrets…'
rimarrà per sempre qualcosa di speciale.
A
proposito, è complicato lavorare con tua moglie Lana?
E' la cosa più
facile di questo mondo. Ma devi capire che io e Lana ci incontrammo
la prima volta suonando assieme, quindi la nostra relazione si è fin
dall'inizio sostenuta sulla musica. Per me sarebbe anzi strano non
lavorare con lei!
Come vedi
la scena metal-prog? Rigogliosa o stagnante?
Per me la
scena di oggi è assolutamente eccitante, e mi riferisco sia al
movimento progressive che a quello più tipicamente metal. A parte
gli Ayreon, di cui ti ho già parlato, vedo moltissimi ottimi gruppi
in giro, come Symphony X, Angra, Luca Turilli, un altro maestro di
composizione.
E come ti
trovi nel ruolo di produttore?
Ho sempre
adorato lavorare con macchinari astrusi e strani equipaggiamenti,
così è stato per me un passo naturale applicarmi a sintetizzatori e
diavolerie varie. Quando sono sepolto da montagne di tastiere, mi
sento come sul ponte di comando di un episodio di Star Trek.
Tuttavia, sopra ogni cosa, mi piace creare; e ti assicuro che, se
hai la competenza giusta, lo studio di registrazione può essere un
luogo molto, molto creativo! Ho prodotto il mio primo album nel 1993
con i Rocket Scientists, e da allora ho accumulato qualcosa come
venti dischi. Adoro il lavoro di produttore, e spero di poterlo
svolgere per il resto della mia vita.
In quale
paese hai riscontrato i maggiori successi?
Beh, i miei
dischi vanno solitamente molto bene in Germania ed Olanda, ma ora
sto cominciando ad ottenere un po’ di attenzione anche in America.
Pure in Giappone ho la mia discreta base di fans, ma laggiù è
ovviamente Lana la superstar di famiglia! Con 'Into The Sunset',
spero inoltre che anche l'Italia diventi un mercato ricettivo per la
mia musica; il vostro paese ha una tradizione enorme nel rock
progressivo, e se gli italiani non apprezzano questo tipo di suono,
allora nessuno lo farà!
Che vuoi farci
Erik, a noi oggi bastano Jovanotti e i Lunapop.
(Alessandro Ariatti)
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