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CLASSICS REWIEW 

 

TEMPANO “The Agony And The Ecstasy” (Musea-2002)

Il Sud America in questi ultimi anni è in fermento, gruppi come i Mexicani CAST od i  brasiliani SONUS UMBRA, APOCALYPSE  ed i Peruviani FRAGIL sono solo alcuni esempi di questo grande movimento. Questa volta interessiamoci del Venezuela con i TEMPANO.

Essi si fondano nella seconda metà degli anni '70 ed esordiscono con "Atabal Yemal" nel 1979. Il disco da noi in Europa viene ristampato nel 1998 con diverse bonus-tracks dalla Musea. La loro discografia negli anni '80 è abbondante ma nulla di veramente significativo per quello che concerne il Prog Rock. Nel 2000 stupiscono con l'ottimo "Childhood's End", piccolo capolavoro colmo di atmosfere melodiche e poetiche, trattando uno degli argomenti più cari al genere,l'infanzia perduta (vedi Marillion). Il loro bagaglio tecnico è veramente elevato, ma il virtuosismo non è mai troppo stucchevole nè fine a se stesso. Dopo due anni è la volta di "The Agony And The Ecstasy", sicuramente il punto più alto della loro intera discografia, analizziamolo partendo dal bellissimo libretto che lo completa. Tutta l'opera si interessa della vita di Michelangelo Bonarroti e ad ogni pagina corrisponde una sua opera con tanto di testi. A volte come nel caso di "Attimo Infinito" e "Bonfire" la lingua è l'italiano lasciato alla voce dell'ospite Marcella Mosca. Il graphic Design è Sandro Bassi.

Il CD si sviluppa in 15 brani ed incomincia con la strumentale "Twisted Mind". Ritmiche spezzate, chitarra in evidenza ed il basso che lega il tutto con sferzate quasi jezzistiche, si alternano a momenti più acustici. Sin da questa canzone si comprende pienamente la tecnica che i Tempano hanno in possesso. Voci radiofoniche e percussioni introducono la breve e sperimentale "Bonfire", preludio a quel gioiellino dal titolo "Just In A Second". In certi tratti del brano si possono riscontrare i Marillion più recenti anche se i Venezuelani hanno una forte personalità. Belle le tastiere di Giulio Cesare Della Noce nei momenti più calmi ed ottima la voce di Pedro Castillo (chitarre). "Gigante" è un breve saggio di chitarra classica per poi passare alla strumentale "Pietà" che con lo struggente assolo di chitarra elettrica è certamente uno dei tratti più belli del disco. "Timeless Time" inizia pacatamente e con il suo ritornello orecchiabile fa immediatamente breccia nei cuori più romantici di chi ascolta. Ottimo il lavoro al basso di Miguel Angel Echevarreneta. Semplice e toccante. "Attimo Infinito" ,come gia ho detto, è narrato in italiano ed è un pezzo abbastanza psichedelico molto ricercato nelle sonorità. "Intermezzo" con le sue fughe di pianoforte non si discosta molto dalla sua precedente traccia. "Porta Di Santo Spirito" e "Giudizio Universale" sono da ascoltare praticamente in cuffia per poterne godere al meglio tutte le sfumature, anche in questo caso ci troviamo di fronte ai Tempano più sperimentali e sognanti. Ascoltiamo stranezze degne di quell' "Ummagumma" che tanto ha dato ai Pink Floyd. "Il Duomo" riporta il suono nel binario più commerciale ed io incredibilmente ci sento gli ultimi Police, sia nella voce che negli assolo di tastiere! Bravo pure il batterista Gerardo Ubieda. Le atmosfere mutano improvvisamente con la breve ariosa e sussurrata "Final Agony". Questi Venezuelani sanno veramente disorientare l'ascoltatore con repentini cambi di atmosfere e di generi tutti contenuti in questo superbo calderone! Ora è il flauto dell'ospite Huscar Barradas ad accoglierci in "All Ages Tears", decisamente uno dei miei brani preferiti. E' inutile sottolineare che i Jethro Tull sono i primi che vengono in mente all'ascolto... Un tappeto di tastiere introduce "Imaginary Sky", altro piccolo capolavoro melodico ridondante di soluzioni chitarristiche che si fa ascoltare con piacere grazie ad un nuovo azzeccato ritornello. E come nei spettacoli pirotecnici ecco il gran finale:"Conspiracion". I suoi dieci minuti sono praticamente il riassunto del disco, o meglio il riassunto di quello che sono i Tempano, di tutto,di più!

Questa è musica a 360 gradi, certo che"The Agony And The Ecstasy" non è di immediata assimilazione, ma se pure in seguito non riuscite ad apprezzarli allora avete sbagliato genere musicale...sorry....

(Salari Max)

                                                                           

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