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CLASSICS REWIEW
" RISTAMPE CLASSICS !!! " MOTT THE HOOPLE ‘LIVE, 30th ANNIVERSARY EDITION’ (Columbia) ......................................................... POPOL VUH ‘IN DEN GARTEN PHARAOS’ ‘HOSIANNA MANTRA’ ‘SELIGPREISUNG’ ‘EINSJAGER & SIEBENJAGER’ ‘AGUIRRE’ ‘NOSFERATU’ ‘AGAPA, AGAPE LOVE, LOVE’ ‘SHEPHER’S SYMPHONY, HIRTENSYMPHONIE’ (SPV/Audioglobe) .........................................................
Imperdibile riedizione di un capolavoro del glam rock! Confusi da un successo iniziale inatteso e forse immeritato, i Mott The Hoople, una delle band più importanti dell’era d’oro del glam rock britannico dei seventies, non hanno poi saputo gestire la fama e le sue forti pressioni. Per tornare a nuova vita c’è voluto tutto l’impegno del loro primo fan, ovvero David Bowie, prossimo al delitto del suo Ziggy Stardust. Nel 1972 li convince infatti a tornare sul palco e gli scrive l’hit ‘All The Young Dudes’, hit straordinario che trascina l’album omonimo. seguono altri due lavori di studio ottimo come ‘Mott’ e ‘The Hoople’. Poi l’incantesimo si spezza di nuovo e Ina Hunter, leader indiscusso e figura centrale del glam, saluto tutti con ‘Live’ del 1974. Quello che seguirà, con il cantante Nigle Benjamin, sarà “solo” ottimo rock e nulla di più, del tutto privo di quel tocco glamour e fashion, che aveva reso i Mott The Hoople celebri. Da pochi mesi, in occasione del trentesimo anniversario, ‘Live’ è stato ristampato, in versione doppio CD, con i concerti interi all’Uris di Broadway di New York e all’Hammersmith Odeon di Londra, fasciati in una confezione digipack con un libretto colmo di informazioni e fantastiche foto, con resoconti dell’epoca e attuali. Le scalette dei due concerti propongono quasi lo stesso materiale, ma con magie diverse, infatti l’hard rock dei ’70 ha il grande pregio di non replicarsi mai. Ascoltare oggi ‘American Pie’, ‘Marionette’, ‘Sweet Angeline’, ‘Sucker’, la divina ‘All The Young Dudes’, un’incalzante ‘Sweet Jane’ di Lou Reed che appare dallo scemare di ‘Roll Away The Stone’, una torrida ‘Get Back’ dei Beatles incrociata in un medley che mescola ‘One Of The Boys’ e ‘Violence’, scoprire che ‘Walking With A Mountain’ può suonare classica rock song a New York e devastante improvvisazione a Londra, è la dimostrazione che i Mott The Hoople non erano solo burattini colorati, ma una straordinaria espressione della fertilità del rock del periodo. E questo a dispetto della critica, che li ha sempre visti solo come dei protetti di David Bowie. A distanza di decenni le canzoni dei Mott The Hoople dimostrano di avere ancora cuore e spina dorsale, forse anche più di allora. La promessa è che torneremo a parlare ampiamente di questa grande band, voi intanto non perdete questo appuntamento, è davvero un ottimo inizio. E come scrive il produttore Dave Griffin “It’s live and live only”! (Gianni Della Cioppa)
POPOL VUH ‘IN DEN GARTEN PHARAOS’ ‘HOSIANNA MANTRA’ ‘SELIGPREISUNG’ ‘EINSJAGER & SIEBENJAGER’ ‘AGUIRRE’ ‘NOSFERATU’ ‘AGAPA, AGAPE LOVE, LOVE’ ‘SHEPHER’S SYMPHONY, HIRTENSYMPHONIE’ (SPV/Audioglobe)
Mantra, ipnosi e melodie ancestrali. Il meglio dei Popol Vuh rimasterizzato! Ci siamo occupati della scena dell’avanguardia tedesca degli anni ’70 (volgarmente detta “krautrock”), sul numero 3 di Classix!. A pochi mesi di distanza da quella selezione, quasi a testimoniare che avevamo intuito in anticipo il momento, la SPV ci delizia ristampando in CD, buona parte della discografia dei Popol Vuh, che di quel movimento furono protagonisti indiscussi. Tra diritti persi, sconosciuti, in bilico tra case discografiche e cinematografiche, l’opera di recupero è inevitabilmente frammentaria (anche a causa di uan discografia folle, che spesso ediziona album diversi con titoli uguali), ma il disponibile è stato trattato e curato con la massima attenzione. I CD sono tutti in edizione digipack, con un booklet che documenta minuziosamente storie, discografia album e video, biografie e informazioni varie, il tutto corredato da alcune foto molto belle e quasi ogni album è arricchito da canzoni in più, tratte dalla stessa sessione di registrazione, per dare un senso di continuità artistica. Mettiamo dei paletti, i lavori più importanti del gruppo sono disponibili, quindi se siete interessati a ‘In der Garten Pharaos’, ‘Hosianna Mantra’ e ‘Aguirre’, li trovate con tanto di canzoni bonus ed in questa ottica l’oscar spetta a ‘IDGP’, che alle due suite originali, aggiunge altre due lunghe tracce ‘Kha White Structures 1 e 2’, entrambe animate da onde elettroniche che avanzano senza sosta. Nel lotto di ristampe vale la pena segnalare anche ‘Agape, Agape Love, love’ del 1983, album sottovalutato, in cui Florian Fricker, concede anche passaggi vocali, ad opera di Renate Knaup e il più recente ‘Shepher’s Symphony’ (a cui la ristampa aggiunge il sottotitolo ‘Hirtensymphonie’), del 1996, pastiche bizzarro con frammenti di trance. I Popol Vuh hanno dato suono anche a vari film, alcuni veramente bellissimi come ‘Nosferatu’, ‘Cobra Verde’, ‘Fitzcarraldo’ ed anche ‘Aguirre’, spesso incrociando il volto duro e squadrato dell’attore Klaus Kinski , diretto sempre da Werner Herog. E forse la musica visionaria dei Popol Vuh è proprio come un film, un susseguirsi di emozioni, alcune volte possibili, altre irreali, ma comunque pregne di fascino e sogno. Un onda emozionale priva di barriere e frangiflutti, a cui l’ascoltatore non mette ostacoli, ma accetta di lasciarsi trasportare, perché la modernità si fonde con la tradizione, dove elettronica e strumenti acustici trovano un piano di convivenza, e forse questo il segreto arcano dei Popol Vuh. Suoni che non invecchiano, per menti in movimento. (Gianni Della Cioppa)
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