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CLASSICS SPECIAL
QUEENSRYCHE ‘Rage For Order’ (EMI, 1986)
Guardate un po’ cosa mi tocca fare! In un periodo in cui ogni cosa targata anni ottanta viene derisa e schernita, da musicisti ed addetti ai lavori, mi tocca rispolverare IL DISCO che segnò quell’epoca per mostrare ai poveri filistei odierni il significato della parola creatività. Reputo troppo intelligente il pubblico di Andromeda per non conoscere un simile album, ma rivolgo un monito ad eventuali recenti lettori o “fruitori” di musica dura: non vi fate incantare dalle idiozie di un Jonathan Davis (Korn) o dalla senile fatiscenza di un Lars Ulrich! Se oggi non sapete più fare musica decente non chiamate in causa i tempi che cambiano o la musica che “evolve”, non sputate sulle glorie passate, diciamo che il vostro giro di valzer è finito, nulla di traumatico, ma cerchiamo di chiudere con dignità. Forse anche per la “Regina del Reich” il ballo è finito, ma prima di allora che salti mortali! Il quintetto di Seattle aveva sbalordito il mondo con una maestosa rilettura dell’H.M. classico nel superbo mini d’esordio per poi sposare atmosfere regali e cesellate nel primo lavoro sulla lunga distanza, ‘The Warning’. Il terzo attacco è di quelli epocali, realmente destinato a segnare una via nuova, ovviamente rimasta deserta anzi no, percorsa dalla sola Regina! Fates Warning? Ma fatemi il piacere! Solo gli altrettanto fondamentali Dream Theater scuoteranno, anni dopo, le fondamenta del metal con altrettanto vigore anche se in una direzione molto diversa. I Ryche suonavano come Dei, la voce di Geoff Tate osava dove volano le aquile ed i testi tecno ‑ futuristici proiettavano verso un futuro oscuro e minaccioso. ‘Rage For Order’ è un’opera sacra, una geniale fusione di slanci espressivi filtrati attraverso un’ottica nuova ed aliena, un colata di musica vergine che nobilita un intero genere spesso accusato di standardizzazione ottusa. Qui il “camaleonte” si chiama ‘Gonna Get Close To You’ o ‘Neue Regel’, cristalli lontanissimi dal “già sentito”. Di questo disco mi impressionò immediatamente la maestria del gruppo nel creare atmosfere solenni e teatrali senza incorrere nelle trappole del tronfio rock progressivo. La tecnica è strabiliante, ma i passaggi sono nitidi, puliti, le note sono quelle giuste e non una di più. La coralità sacrale di ‘London’ lascia attoniti per la grandeur epica profusa, ma si tratta di un’epica futuristica, degli anni a venire: non c’è lo spettro di Tolkien tra questi solchi, ma quello delle creature mutanti di P. Dick! Gli assolo evitano ogni manierismo, ed anche la ballad di chiusura, ‘I WilI Remember’ evita la facile contaminazione da classifica! Come fece la EMI a permettere l’uscita di un simile lavoro votato al successo di critica ma al tonfo commerciale, forse solo... Steve Harris lo sa. Il “padre” dei Maiden, pure accasati alla EMI, difese strenuamente questi ragazzi sino allo strameritato successo di massa giunto con il monumentale ‘Operation Mindcrime’. Concludo dicendo che il fluire assolutamente armonico ed estatico della musica dimostrava una lungimiranza artistica davvero prodigiosa tanto che ‘Rage For Order’ risulta più attuale e moderno di moltissimo rock, hard e non, considerato oggi di avanguardia! Un suono siderale nel 1986 come tra…anni!!! (Il numero decidetelo voi)! (Roberto Gallingani)
Web Site : www.queensryche.com
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