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CLASSICS REWIEW
ARTI
& MESTIERI In un intricato
intreccio di complessi Rock (come effettivamente si chiamavano negli anni
'70), di buona fama, di media fama e sconosciuti, il bravo collezionista
Progressivo si sperde in un mare di autoproduzioni e piccole case
discografiche. E' dura la vita dell'appassionato ascoltatore, anche se ha
vissuto in diretta gli anni '70, una scarsa informazione stampata, un
assente divulgazione radiofonica (esclusi alcuni casi rari) e televisiva
fanno si che non sempre si venga a conoscenza di alcune valide realtà
italiane. La Cramps Records è una delle poche case che seguono con
interesse tutti quei complessi che tentano di aprire nuove porte o che
almeno abbiano qualcosa di forte da dire, basta ricordare che nella sua
scuderia capeggiano gli Area di Demetrio Stratos. Oggi purtroppo la Cramps
non esiste più, sarebbe stato utopistico sopravvivere con quei prodotti in
quest'era dell'apparire e non dell'essere, ma la Edel coraggiosamente
ristampa il meglio del catalogo facendo la gioia di molti appassionati
disperati in una sterile ricerca vinilica assurda (visto anche lo scarso
numero di copie originali stampate). Certi prodotti si possono trovare , se
si era fortunati, solamente in Fiere Del Disco e a prezzi assurdi. Arti + Mestieri
rientrano perfettamente in questo preambolo e sono la conferma che nel
nostro sottosuolo musicale esistono artisti secondi a nessuno e dischi di
IMMENSA bellezza. Cominciamo con il presentarvi i componenti:Furio Chirico
(ex Trip) alla batteria, Beppe Corvella ( ex Mystics) alle tastiere, Marco
Gallesi al basso, Gigi Venegoni alle chitarre, Giovanni Vigliar violino e
percussioni ed Arturo Vitale al vibrafono. Questi ragazzi provengono
da Torino e la loro proposta è un Rock contaminato da Jazz, tanto da
imporsi difficilmente pure alla mente aperta di un fans Progressivo.
"Tilt" è davvero un esordio clamoroso, d'impatto, tanto da far
pensare che gli Arti + Mestieri fossero un gruppo gia navigato. Il primo
brano si intitola " Gravità 9.81" e comincia con un violino per
poi lasciare spazio ad un sassofono jazz arrembante. Il brano è strumentale
e sembra quasi una introduzione all'intero disco. "Strip" è più
cantautoriale e richiama in qualche modo i primi dischi della PFM. Molto
gradevole, ma ai fini della sperimentazione ha poco da dire pur rimanendo ad
alti livelli emozionali. E' sempre il violino ad essere in evidenza e la
ritmica ancora una volta è precisa. Il sax della breve
"Corrosione" riporta gli Arti + Mestieri a sonorità più
impegnate. "Positivo/ Negativo" ripercorre la strada intrapresa
dal primo brano accompagnato da un suadente vibrafono. Il piede si muove da
solo specialmente durante gli assolo di chitarra accompagnati
dall'immancabile violino, veramente gioia per le orecchie di chi vuole
ascoltare qualcosa di più che un brano Rock. La stupenda "In Cammino
" chiude il lato A del vinile con la sua dolce introduzione ridondante
di anni '70. Il profumo di quelle sonorità passate ma mai stantie ci
avvolgono grazie al solito violino di Giovanni ed il brano con il tempo si
lascia andare a veloci fughe jazzistiche. Il lato B esordisce con
l'introduttiva "Farenheit" e lascia il campo al pezzo più bello
di tutto il disco, quella mini suite di 13 minuti dal titolo
"Articolazioni". In esso è contenuto tutto quello che un gruppo
Progressive deve saper dare, tecnica, melodia, ricerca e cuore, è per
questo che precedentemente dicevo che questi ragazzi di Torino non sembrano
affatto un gruppo agli esordi. Esempio per tutti. Dopo una tale overdose di
emozioni ascoltiamo chiudere questo bel disco dalla riassuntiva
"tilt" la quale ripropone in se tutti i momenti salienti
dell'intero LP. Arti + Mestieri in
seguito pubblicheranno altri due dischi, il buon " Giro Di Valzer Per
Domani" (Cramps 1975) ed il meno sperimentale di tutti "Quinto
Stato" (Cramps 1979) dove il gruppo sembra risentire della crisi
generale del Progressive, tentando di adattarsi al mercato discografico
italiano del momento. Alcuni dei componenti comunque trovano nuove
soddisfazioni in carriere solistiche come ad esempio Venegoni che riesce a
produrre dischi solistici ("Rumore Rosso"del 1978 e
"Sarabanda" del 1979 ) oppure diventare un grande tecnico del
suono, produttore ed ancora musicista come Beppe Crovella. Un
consiglio a tutti coloro che cercano piccole gemme Rock, ascoltate
"Tilt" ed un velo armonico vi trasporterà in un mondo pregno di
suoni anni '70. Che questo posto si chiami 'Paradiso'? (Salari
Max)
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